mercoledì 7 ottobre 2009

I concimi

Per scegliere in modo oculato e consapevole il tipo di concime che fa al caso vostro e delle vostre piante, è importante conoscere alcune nozioni di base.
I principali fertilizzanti disponibili in commercio infatti sono classificati a seconda delle percentuali di peso dei cosiddetti "elementi della fertilità" che sono divisi in:
  • macroelementi: azoto (N), fosforo (P) e potassio (K);
  • mesoelementi: calcio (Ca), magnesio (Mg) e zolfo (S);
  • microelementi: boro (B), cobalto (Co), rame (Cu), ferro (Fe) , manganese (Mn), molibdeno (Mo) e zinco (Zn).

Il titolo del concime riferito al peso del prodotto così come viene commercializzato deve essere indicato sulla confezione o dichiarato sui certificati di accompagnamento della merce.
Le percentuali di scarto tra il titolo dichiarato e quello riscontrato con l’analisi devono essere precisate per ogni singolo fertilizzante.
Le categorie di concimi, naturali o sintetici, ammesse alla vendita sono:

  • concimi minerali semplici che contengono uno solo dei macroelementi;
  • concimi minerali composti che contengono due o tre macroelementi;
  • concimi minerali a base di mesoelementi che contengono uno uno dei mesoelementi;
  • concimi minerali a base di microelementi che contengono uno o più microelementi;
  • concimi organici formati da composti organici del carbonio di origine animale oppure vegetali legati in forma organica a macroelementi;
  • concimi organo-minerali risultanti dalla miscela di concimi organici e minerali.

I modi di somministrazione dei concimi dipendono essenzialmente dalle esigenze delle piante e delle caratteristiche del terriccio, anche in rapporto al periodo di annaffiamento

La felce

Le felci fanno parte delle “pteridòfite” ovvero piante del tutto prive di fiori, frutti e semi che pur essendo perfettamente conformata e dotata di tutti gli apparati indispensabili alla sopravvivenza, non possiede alcun fiore utile alla riproduzione.

Annaffiatura
Il terriccio delle felci deve risultare sempre umido ma mai inzuppato d’acqua ed è assolutamente sconsigliato ricorrere a sottovasi sempre pieni d’acqua che inevitabilmente soffocherebbero le radici fino a farle marcire.
Il problema maggiore di alcune felci è la carenza di umidità nell’aria, soprattutto nei periodi invernali con i termosifoni accesi. Per tanto è necessario allontanare le felci da fonti di calore ed eventualmente sistemare il vaso su di un sottovaso riempito di acqua e ciottoli: in questo modo la terra non entrerà in contatto con l’acqua che invece evaporerà inumidendo le fronde della pianta.
Terreno
Il terriccio ideale per le felci è composto da 3/5 di torba e 2/5 di sabbia grossolana più del fertilizzante specifico.
Concimazione
Va effettuate durante tutta la primavere e l’estate. Due volte al mese vanno somministrati gli specifici concimi liquidi da diluire nell’acqua per l’annaffiatura.
Potatura
Le felci non hanno bisogno di essere potate. L’unica accortezza è quella di eliminare le foglie ingiallite e secche utilizzando delle forbici ben affilate e disinfettate anche con una fiamma.

venerdì 2 ottobre 2009

La Margherita

È un fiore che cresce a ciuffi, a stelo diritto, rugoso, con foglie basali e medio-alte, un po’ a forma di lancia. I fiori veri e propri sono dei capolini tondi con fiori a petali bianchi all'esterno e gialli al centro. Il fusto è eretto e alto circo 50 cm. La margherita è una pianta molto comune in tutta l'Europa: cresce spontanea nei prati, ai bordi delle strade e non ha particolari esigenze di terreno o climatiche.
Tuttavia il terreno ottimale deve essere compatto e con un pH acido-neutro e predilige luoghi erbosi, le zone leggermente umide. Se coltivata come pianta ornamentale, deve essere annaffiata frequentemente, avendo cura di tenere il terriccio sempre un po' umido.
Ha bisogno di luce diretta e di pieno sole.
Le margherite si moltiplicano per talea o per semina. Sono piante che in genere non si coltivano in casa per più di una stagione.

Come si coltiva
Anche se le margherite sono dei fiori in grado di nascere in modo spontaneo, possono essere coltivate seguendo opportuni accorgimenti:

  • scegliere una posizione soleggiata e con un po’ d’ombra;
  • prediligere un clima caldo o al massimo temperato, la margherita teme il gelo e l’esposizione al vento;
  • scegliere un terreno sabbioso, ben drenato e fertile;
  • è possibile concimare con sostanze organiche e liquide, meglio se specifiche per le margherite;
  • fioritura nei mesi primaverili ed estivi;
  • innaffiare in modo ben distribuito: una volta ogni 2 giorni in inverno e circa due volte al giorno in estate.
  • riparare con teloni e coperture durante la stagione fredda.

lunedì 29 giugno 2009

Il Crocus

La coltivazione dei Crochi ha oroigini antichissime, la specie che veniva coltivata era il Crocus sativus; la coltivazione per scopi ornamentali di altre specie risale a circa 4 secoli fa.
Al fine di ottenere l'effetto più naturale possibile, una tecnica consigliata consiste nello spargere i cormi sul prato per poi interrarli dove cadono.
Per un effetto di massa, occorrono 125-150 cormi per metro quadro.
Per quanto riguarda i colori, sono tutti adatti allo scopo, anche se il blu e il viola sono i meno vistosi; il giallo è sempre molto usato, così come i colori misti.
Ecco le proporzioni da rispettare per un miscuglio di varietà a fiore grande: 50% di crocus blu e viola, 25% gialli, 15% bianchi e 10% variegati.
Per assicurarsi una copiosa fioritura nell'anno seguente, il prato non va rasato se non dopo 6 settimane dalla fioritura. Se coltivati nella bordura di perenni, fioriranno per primi.
I più piccoli possono essere accostati a molte perenni precoci come Pulmonaria, Helleborus, Hepatica, Primula e Pulsatilla.
Esposizione e luminosità:Prediligono esposizioni a mezz'ombra o anche al sole diretto, se il clima non è troppo caldo.
Irrigazione: si annaffiano moderatamente se sono coltivati in vaso o cassetta.
Concimazione: se si vogliono ottenere fiori più grandi è necessario utilizzare del fertilizzante.
Potatura:eliminare le marti danneggiate, secche o marcite, per preservare gli esemplari vicini.
Avversità: possono essere colpiti da funghi che creano delle macchie necrotiche nere sui bulbi e marcescenza alla base delle foglie. Lo stesso genere di problema può essere provocato da una batteriosi Pseudomonas marginale.

venerdì 26 giugno 2009

L'azalea

L'azalea è una delle piante segnalate come valide purificatrici dell'aria, infatti, le sue proprietà in tal senso sono state studiate nell'ambito di studio condotti dalla NASA, l'agenzia aereospaziale americana. In particolare è emerso che l'azalea è in grado di rimuovere dall'aria di ambienti chiusi, la formaldeide e l'ammoniaca.
Esposizione: Nelle zone con clima tendenzialmente mite le azalee si pongono a dimora in luogo soleggiato; nelle zone con estati calde è invece consigliabile posizionare le azalee in luogo semiombreggiato o ombreggiato. Le varietà da giardino non temono il freddo, anche in caso di temperature molto rigide
Annaffiatura:L'azalea si deve innaffiare frequentemente con acqua non calcarea (possibilmente piovana) in modo da mantenere il substrato sempre umido; per questo motivo è utile tenere i vasi sopra degli strati di ghiaia ben inumiditi e nebulizzare con frequenza la chioma (a questo scopo si può usare acqua mescolata con un prodotto a base di Thiophanate metyl, che evita l' ingiallimento delle foglie dovuto al calcare).

Fioritura:L'azalea è una pianta che dà delle straordinarie fioriture, con fiori coloratissimi che sbocciano durante l'inverno, intorno a Natale.
Dopo la fioritura i fiori secchi dell'azalea devono essere eliminati tempestivamente per evitare la formazione dei semi che impoverirebbero la pianta.
Fare molta attenzione a non asportare i boccioli fiorali.

Potatura: Il rododendro a metà primavera si pota in maniera leggera accorciando i rami che sono diventati troppo lunghi tagliandoli immediatamente sopra una gemma grossa e sana (con un taglio obliquo) o un ciuffo di foglie sia per ridare vigore alla pianta che per darle un aspetto più ordinato. Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti.
Alcuni consigli: Per avere sempre delle belle azalee da far invidia al vicino di casa vi diamo dei piccoli consigli. Togliete sempre i fiori alla fine della fioritura asportando con cura anche il peduncolo fiorale: questo eviterà che la pianta spenda energie per la generazioni di semi. Concimate almeno due volte al mese con sequestrene di ferro: quest'ultimo aiuterà l'assorbimento delle sostanze nutritive con un evidente rinverdimento delle foglie. Ricordate infine che queste piante soffrono particolarmente le irrigazioni durante le ore più calde della giornata, per cui è bene bagnarle nelle prime ore del mattino o di notte

giovedì 11 giugno 2009

Agrifoglio

L’agrifoglio che si vede a Natale è uno degli arbusti più resistenti e più coltivati al mondo. Ne esistono circa 400 specie arbustive o arboree, di cui alcune a foglia caduca; sono coltivate come piante ornamentali da molto tempo e al giorno d’oggi il numero degli ibridi e delle varietà ha largamente superato quello delle specieDurata: Perenne
Periodo di fioritura:Maggio / Giugno Esposizione e luminosità:Predilige un'esposizione al sole diretto
Temperatura: Abbastanza resistente sia alle basse sia alte temperature
Substrato: Il terreno adatto necessita di un buon drenaggio; inoltre deve essere argilloso e non calcareo
Irrigazione:Solo in caso di prolungata siccità o nel caso di piante giovani
Concimazione:E' sufficiente concimare le piante ad inizio primavera
Propagazione: Il metodo più diffuso è tramite talea
Rinvaso:Indicativamente ogni 2/3 anni
Potatura: Eliminare i rami danneggiati e secchi

lunedì 18 maggio 2009

Il girasole

Pianta originaria dell'America Nord Occidentale, coltivato dagli indiani d'America a scopo alimentare, fu introdotta in Europa XVI secolo come pianta ornamentale; dalla prima metà dell'800, quando in Russia fu messo a punto un metodo per l'estrazione alimentare dell'olio è utilizzata come pianta oleifera.
Periodo di fioritura:Fioritura solo estiva, da agosto ad ottobre.
Esposizione e luminosità:Se possibile per qualsiasi tipo di coltivazione esporre in pieno sole.
Temperatura: Si consiglia, se coltivati in vaso, di non scendere sotto i 12-14°. Temono gli abbassamneti di temperatura fuori stagione.
Substrato: Qualsiasi terreno in esterno, in vaso utilizzare un composto con prevalenza di torba
Irrigazione: Non vanno bagnate spesso, lasciare asciugare leggermente il terreno tra un`annaffiatura e l`altra. Da evitare assolutamente ristagni d`acqua. Possono sopportare anche un breve periodo di siccità.

Concimazione:Non è da segnalare l'esigenza di concimi particolari
Propagazione: Tramite suddivisione dei cespi a fine primavera oppure per semina ad aprile. Seminare direttamente a dimora in un substrato che garantisca un ottimo drenaggio.
Rinvaso: Dipende dal tipo di specie coltivata
Potatura: Eliminare le parti danneggiate e i fiori appassiti

lunedì 11 maggio 2009

Il lillà

Durata: Perenne
Periodo di fioritura:Fiorisce indicativamente a metà primavera, da maggio a giugno.
Esposizione e luminosità: Quando è coltivata in esterni, dove possibile collocarla in pieno sole. Può essere collocata anche in leggera ombra.
Temperatura: Si adatta bene a qualsiasi temperatura essendo una pianta piuttosto rustica.
Substrato: Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, meglio se fresco e abbastanzxa ricco di sostanza organica. Gradisce i terreni leggermente acidi.

Irrigazione: In vaso, durante il periodo estivo vanno bagnate con regolarità; in pratica è necessario mantenere il terreno leggermente umido, con il calare della temperatura diminuire gli interventi. Quando l'esemplare è coltivato in piena terra, irrigare solo in caso di piante giovani o in caso di prolungata siccità.
Concimazione: Non è richiesto un concime particolare, benissimo lo stallatico maturo, oppure, in altrnetiva, del fertilizzante per piante fiorite.
Propagazione: Tramite talea, oppure innesto. Per i non espreti è consigliabile acquistare piantine di 2-3 anni e metterle a dimora in terreni fertilizzati.
Rinvaso: Se si possiedono esemplari coltivati in vaso; quando sono passati 3 o 4 anni è necessario trapiantarli in piena terra.
Potatura: Rimuovere le parti danneggiate o i fiori appassiti. Possiamo anche intervenire da ottobre tagliando i rami che ci sembrano più deboli.

mercoledì 22 aprile 2009

La Dalia

Pianta a radici tuberiforme per fiore reciso e per aiuola in giardino. Esistono molte varietà diverse per forma colore.
Terreno: di medio impasto, organico, fertile.
Esposizione: al sole in giardino, mezz'ombra in terrazza. Teme il gelo.
Annaffiature: frequenti durante tutto il ciclo.

Coltivazione: le radici si mettono a vegetare in casa o in serra a marzo e si piantano a dimora quando i germogli hanno raggiunto i 15 cm. Per avere più piante si possono tagliare i germogli nuovi e farli radicare in sabbia. Dopo una prima cimatura quando la pianta è piccola gli steli vanno assicurati a sostegni e puliti di germogli e bottoni secondari per concentrare tutta la sua forza sul bocciolo principale. Concimazione abbondante al momento della piantagione e dopo.

Temperatura: tenendo conto dell’esposizione soleggiata, occorre metterle in luogo ben arieggiato.Le varietà da fiore reciso devono essere sostenute da tutori, fissati prima del trapianto della pianta.
Riproduzione: per divisione, in aprile, dei tuberi dissotterrati in autunno. Quando si divide il cespo, ogni mazzetto deve conservare dei germogli al colletto. In aprile, al riparo, si possono anche fare talee con i germogli, che compaiono alla base del tubero. Le varietà a fiore semplice possono essere riprodotte per seme, riparate o in serra.Benché la dalia sia perenne, è meglio piantare bulbi nuovi ogni anno, per evitare qualsiasi degenerazione.

venerdì 10 aprile 2009

Il Gladiolo

Pianta bulbosa molto coltivata per il fiore reciso e per aiuole e bordi in giardino.
Bulbo molto coltivato in Italia per la grande durata che questo ha, sia reciso che in terra.
Vi sono moltissime varietà che assumono forme e colori molto diversi tra loro.
Il bulbo è uno dei più economici ed è facilmente reperibile
Coltivazione: interrare i bulbi (che saranno stati conservati in torba secca durante l’inverno5-10°C) in un terriccio ricco di sostanza organica e ben drenato con aggiunta di sabbia o di ghiaia fine. Si piantano dalla fine di marzo fino a metà giugno, ogni 15 giorni, per assicurare una fioritura continua e sempre nuova da giugno fino alle prime gelate. Se sì vogliono ottenere fiori recisi, piantare i bulbi a 15 cm l’uno dall’altro in file distanziate di 50 centimetri. Se si piantano i gladioli per decorare le aiuole si associno piante con fiorì dello stesso colore, lasciando 15 cm tra un bulbo e l’altro.
Esposizione: soleggiata.
Annaffiatura: abbondanti, aggiungendo fertilizzante minerale in soluzione. Evitate di far asciugare il terreno in estate.Quando, in ottobre-novembre, si estraggono i bulbi per conservarli fino alla primavera successiva, è bene disinfettarli con un prodotto misto fungicida e insetticida, affinché non marciscano. Durante la coltivazione fare trattamenti contro pidocchi, ragnetti rossi e tripidi.
Fioritura: Estate

martedì 7 aprile 2009

Il giglio

Come l'iris, il genere Lilium è originario dell'Europa, dell'Asia e del Nord America.
La tradizione vuole che il giglio, in origine, fosse un fiore bianco e candido, proprio per questo per i cristiani il giglio è simbolo della purezza
Pianta bulbosa con molte specie, a fiori bianchi, gialli, aranciati, rossi. Coltivati per aiuole e per il fiore reciso.
Terreno: qualunque per il Giglio di Sant' Antonio: organico, soffice, privo di calcio per tutti i gigli orientali.
Annaffiature: frequenti durante l'estate per gli orientali, niente da giugno a settembre per il giglio di Sant'Antonio.
Coltivazione: il giglio di Sant'Antonio si pianta in estate, gli altri a fine inverno, tutti vanno lasciati per diversi anni nello stesso terreno. Se in vaso sostituire la terra superficiale. Si moltiplicano con il seme e con i bulbetti secondari
Esposizione e luminosità: E' meglio esporre dove possibile in leggera ombra. I fiori gradiscono anche qualche raggio di sole ma alla parte basale dobbiamo garantire l'ombra.
temperatura:Pianta che sopporta poco gli ambienti troppo freddi.
Irrigazione: Mantenere il terreno sempre umido in estate, sospendere quasi l'annaffiatura in inverno. Evitare ristagni d'acqua
Rinvaso:In primavera tutti gli anni dopo la fioritura.
Potatura: Eliminare le parti danneggiate e i fiori quando appassiscono

mercoledì 1 aprile 2009

Il garofano

Il garofano è un genere della famiglia delle Caryophyllaceae, originario delle zone temperate del Globo.
Il nome scientifico deriva dal greco e significa 'fiore degli dei'.
Terreno: di medio impasto, anche calcareo, fertile in sostanza organica e concimi minerali.
Esposizione: pieno sole in giardino e in terrazzo.
Coltivazione: si moltiplica facendo radicare d'autunno in sabbia i germogli laterali bassi tolti agli steli da fiore, si può fare anche in primavera in casa o sul terrazzo. Cimare le talee radicare una volta affermate a dimora, concimare spesso con fertilizzante liquido o granulato fino a fioritura. Nel secondo anno fare una potatura energica prima dell'inizio della vegetazione. La fioritura avviene nei climi caldi dall'autunno alla primavera, nei climi freddi in estate.
Temperatura: La temperatura minima sotto la quale è bene non scendere va dagli 4°C ai 9°C, secondo la specie; la temperatura ideale deve oscillate tra i 10°C. ed i 20°C.
Rinvaso:In primavera quando necessario
Potatura: Eliminare le parti danneggiate e i fiori appassiti

martedì 31 marzo 2009

La calendula

Pianta annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Composite, deriva dall'antica Calendula arvensis L., presente allo stato spontaneo in tutta la zona del mediterraneo, da dove è stata esportata sia in Europa e in Asia, sia nelle Americhe. Il genere Calenduleae si dice composto da una quindicina di tipi, in realtà vanno interpretati come varietà dell'unica specie attualmente riconosciuta.
Esposizione: porre in pieno sole o all'ombra parziale; in genere queste piccole piante vengono poste a dimora in primavera inoltrata, in aprile, poichè temono il freddo e le gelate tardive.
Annaffiature: in genere le calendule si accontentano della pioggia, sopportando senza problemi brevi periodi di siccità; per una fioritura abbondanteè però bene annaffiare regolarmente la pianta, da aprile ad agosto, soprattutto se si verificano lunghi periodi senza precipitazioni. Ogni 10-15 giorni è bene fornire del concime per piante da fiore, mescolato all'acqua delle annaffiature.


Terreno: queste piante preferiscono terreni ricchi, sciolti e leggeri, molto ben drenati; anche se possono svilupparsi in qualsiasi tipo di terreno, anche sassoso. Le calendule si possono coltivare anche in contenitore, utilizzando ciotole abbastanza spaziose, per permettere alle piante di svilupparsi senza problemi.
Periodo: La calendula si semina in aprile-maggio nei climi più freddi, mentre in quelli più caldi si preferisce la semina autunnale che permette di ottenere capolini di dimensioni più grandi rispetto alla semina primaverile e pertanto rese più elevate.
Fioritura: La fioritura della pianta è scalare e di conseguenza la raccolta dei capolini si protrae per alcune settimane a partire da metà maggio per le colture seminate in autunno e da agosto per quelle impiantate in primavera.
Uso erboristico: il decotto di calendula aiuta a combattere gli stati influenzali, la tosse e il raffreddore. L’infuso è consigliato in caso di mestruazioni dolorose, febbre, ulcere e irritazioni cutanee. Il succo e i fiori della calendula possono essere applicati al naturale (o sottoforma di olio o pomata) per agevolare la cicatrizzazione di piaghe, di piccole ferite o del fuoco di Sant’Antonio.

lunedì 30 marzo 2009

La Primula

La Primula è un genere di piante della famiglia delle Primulaceae, originario delle zone temperate di Europa, Asia e America.
Il nome deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l'erba verde.
Durata: annuale o perenne secondo la coltivazione.
Periodo di fioritura:La Primula richiede un periodo vegetativo da 6 ad 8 mesi dalla semina alla fioritura

Esposizione: gradisce qualsiasi tipo di esposizione, sia al sole che all'ombra, prediligendo in ogni caso la mezz'ombra, lontano dai raggi diretti del sole. Non teme assolutamente il freddo, si consiglia anzi di interrarla in autunno per avere una stupenda fioritura all'inizio della primavera. Talvolta nei mesi caldi, o durante inverni molto rigidi, la parte aerea dissecca, ma la pianta ricomincia a svilupparsi in gennaio-febbraio, per produrre i primi fiori verso la fine dell'inverno.
Annaffiature: necessita di essere annaffiata regolarmente, soprattutto in primavera inoltrata. Generalmente in inverno e in primavera si accontenta delle piogge, ma è comunque opportuno controllare il terreno, a partire dall'inizio di febbraio, evitando che asciughi eccessivamente. Da marzo a ottobre fornire del concime per piante da fiore ogni 10-15 giorni.
Terreno: non ha particolari esigenze di terreno, una composta da giardino va benissimo, sempre che sia fertile e ben drenata.
Irrigazione: Richiede molta acqua, soprattutto a causa del substrato molto leggero e permeabile che trattiene poca acqua. In appartamento si consiglia di innaffiare ogni 2-3 giorni a seconda dell’umidità del vaso che deve essere mantenuta costante
Moltiplicazione: può avvenire da seme, in primavera, utilizzando i semi freschi, che vanno seminati in un composto di sabbia e torba in parti uguali, le piantine si pongono a dimora in autunno e fioriranno l'anno successivo. Volendo in autunno si possono anche dividere i cespi, producendo così nuove piantine da porre subito a dimora. Le primule si ibridano con facilità tra loro, quindi i semi in genere non producono esemplari identici alla pianta madre.
Parassiti e malattie: fare attenzione all'eventuale attacco di afidi verdi e neri. Forti piogge primaverili o annaffiature eccessive possono favorire l'insorgenza di muffa grigia, che rovina fiori e foglie.
Potatura: Rimuovere gli scapi fiorali appassiti per stimolare nuove fioriture ed allungare il periodo stesso di fioritura

martedì 24 marzo 2009

La calla

La Calla è una pianta bulbosa perenne con fioritura da aprile ad ottobre, si presenta con fusti eretti e alti che sostengono spadici gialli e foglie lisce. Ogni spadice è fasciato da una spata, una foglia che avvolta a forma di imbuto, di color bianco.
Cure e manutenzione: La calla va sistemata in un ambiente fresco durante il periodo i fioritura. Fiorisce dall’inizio della primavera, successivamente va in riposo e tutte le foglie muoiono. Nei mesi estivi collocarla in un posto asciutto e al sole.
Innaffiare e concimare ogni settimana, la moltiplicazione dalle calla avviene per divisione della pianta.
Luce: posizione luminosa, al riparo dai raggi diretti del sole.

Annaffiature e umidità ambientale: aumentare gradualmente le annaffiature dal momento della messa in vegetazione, avendo cura di mantenere il terreno sempre bagnato, fino ad arrivare ad annaffiare abbondantemente nel pieno del periodo vegetativo, utilizzando sottovasi profondi che dovranno essere tenuti sempre pieni di acqua. Ridurre gradualmente le annaffiature quando i fiori e le foglie cominciano ad ingiallire e ad appassire , fino a sospenderle del tutto, in estate.
Substrato: un buon terriccio fertile a base di terra di foglie e torba, con aggiunta di sabbia.
Moltiplicazione : Si possono ottenere nuovi esemplari al momento del rinvaso per divisione dei rizomi (facendo attenzione che ogni porzione presenti una o due gemme) o per separazione dei germogli che dovranno essere ripiantati immediatamente in vasi riempiti della stessa composta usata per le piante adulte.

Piante per luoghi luminosi

Vicino alle finestre e nei luoghi più luminoso di casa è consigliabile porre le piante da appartamento che producono fiori, come anthurium, spatifillo, saintpaulia, orchidee, dipladenia; anche le bromeliacee preferiscono i luoghi luminosi, come ad esempio la guzmania.
Esistono anche molte piante verdi che preferiscono i luoghi luminosi, come ficus, chamaedorea, exacum. In ogni caso è bene evitare la luce diretta del sole, e preferire una luce indiretta, o filtrata dalle tende.
La gran parte delle cactacee invece necessita, anche in inverno, di essere posta in luogo molto luminoso, anche al sole diretto.
Esistono poi delle particolarità; ad esempio kalanchoe, stella di Natale e cactus di Natale fioriscono soltanto quando le giornate sono molto brevi, quindi per ottenere molti fiori è necessario tenerle al buio per circa 12 ore al giorno per alcune settimane.
Possiamo attendere che fioriscano in inverno, quando le giornate sono corte, oppure indurle a fiorire in qualsiasi altro periodo dell'anno, coprendole con un tessuto scuro dalle otto di sera alle otto del mattino.

lunedì 23 marzo 2009

La lavanda

La LAVANDA (Lavandula officinalis) , detta anche Lavanda vera è un arbusto suffrutice sempreverde piuttosto rustico, che può raggiungere anche 1metro di altezza. Appartiene alla famiglia delle Labiatae, piante aromatiche per eccellenza.
In aromaterapia la lavanda è praticamente una panacea, ma il suo maggiore utilizzo riguarda l'equilibrio e la serenità. Inoltre con il solo annusare si possono curare anche alcune malattie:

  • è un incredibile antisettico delle vie urogenitali e quindi è molto utile per combattere leucorree (perdite bianche), cistiti ed infiammazioni intestinali a carattere infettivo.
  • Ha un effetto rilassante e tonificante sull’organismo
  • Svolge un’attività rigenerante ed antisettica per l’organismo
  • È utile contro le affezioni dell’apparato respiratorio in quanto sviluppa un’azione espettorante e fluidificante. Ottimo quindi per tossi, bronchiti, laringiti ed asma.
Esposizione: è una pianta rustica, che resiste al caldo dell'estate più torrida e al freddo dell'inverno più rigido, anche se nei casi di gelate intense e persistenti è bene ripararla con del tessuto-non-tessuto. Gradisce particolarmente le posizioni soleggiate, e molto ben ventilate.
Lavandula stoechas
Annaffiature: la lavanda necessita di annaffiature non troppo abbondanti e non troppo frequenti, è meglio attendere che il terreno asciughi un po' prima di fornire altra acqua; solitamente preferisce rimanere qualche giorno all'asciutto piuttosto che avere un substrato inzuppato d'acqua. Non necessita di fertilizzanti, volendo si può fornire un po' di concime all'inizio della stagione vegetativa, in aprile.
Substrato: Deve essere fresco e leggero, evitare i luoghi con ristagni di acqua che possono creare marciumi radicali.
Irrigazione: Annaffiatura moderata, con frequenza nei periodi caldi e di siccità.
Concimazione: Concimare il substrato con fertilizzante per piante fiorite nelle dosi indicate sul prodotto, oppure, utilizzare dello stallatico maturo.
Potatura: Potare i rami sfioriti al fine di ottenere una nuova buona ramificazione,a fine inverno si consiglia di potare le siepi
Raccolta e conservazione: Tagliare i fiori in estate, appena si aprono, e utilizzarli freschi o essiccati. Per essiccarle, distribuire le spighe su un vassoio o preparare mazzetti da appendere.
Uso in cucina e proprietà terapeutiche: In cucina, usare i fiori e le foglie con moderazione. I fiori si possono utilizzare per profumare lo zucchero nella preparazione di dolci e biscotti. Le foglie si possono impiegare per profumare l’agnello arrosto.I fiori essiccati trasmettono un aroma persistente alla biancheria negli armadi.L’olio essenziale è un profumo molto apprezzato.La tisana a base di fiori di lavanda cura stati ansiosi, mal di testa, flatulenza, nausea, capogiri e alitosi.Proprietà terapeutiche: antisettiche, antispasmodiche, sedative, aromatiche, bechiche.

La camelia

La camelia proviene dalla Cina e dal Giappone, dove ne crescono moltissime varietà. In Europa le camelie furono importate da G. J. Camel a partiredalla seconda metà del 1700. Tuttavia, questa splendida pianta raggiunse grande popolarità soltanto un secolo dopo, in seguito al successo del romanzo di Dumas, "La signora delle camelie". Da allora, infatti, il fiore della camelia iniziò ad essere usato come ornamento di scollature ed orli degliabiti delle signore.
La Camelia appartiene con altre 80 specie alla famiglia delle Theacee ed è un arbusti sempreverde, rustico, originario dall'oriente.
Coltivata per i bei fiori grandi e profumati che si aprono durante i mesi freddi, la camelia ha belle foglie lucide, verde scuro.

Esposizione: le camelie non temono il freddo, e possono sopportare temperature anche molto rigide; necessitano di essere posizionate in luogo abbastanza luminoso ma semi ombreggiato, esposto direttamente ai raggi solari soltanto durante le ore più fresche dalla giornata.
Talvolta è comunque consigliabile ripararle dal vento, soprattutto nelle zone con inverni molto rigidi; nel caso in cui i mesi di gennaio e febbraio siano particolarmente freddi può essere conveniente coprire con agritessuto le piante con i boccioli già formati, per evitare che il gelo rovini i fiori.
Durata: perenne
Periodo di fioritura: La fioritura avviene dalla primavera all'autunno a seconda della specie.
Temperatura: E' molto resistente, la temperatura può variare dai 5 ai 25°C. , in generale preferiscono i climi temperati, infatti, i fiori possono essere danneggiati dal gelo. I vasi possono restare all'aperto da maggio ad ottobre. La parte più delicata è l'apparato radicale che andrebbe protetto con la pacciamatura ( con foglie, paglia, segatura) del terreno che circonda la pianta.
Irrigazione: L'annaffiatura è molto importante, e va effettuata in modo abbondante durante il periodo vegetativo e quello della fioritura. L'acqua utilizzata non deve essere calcarea. Nei mesi più caldi è buona norma nebulizzare dell'acqua sulle foglie, naturalmente bisogna compiere questa operazione durante le ore serali.
Rinvaso: E' opportuno ogni anno nei primi due o tre anni di vita, successivamente può essere effettuato ad anni alterni: il vaso precedente deve essere sostituito con uno di diametro maggiore del 10%.
Potatura: Tagliare i fiori dopo la fioritura senza lasciare frammenti, onde evitare malattie; se vi sono fiori che non si sono ancora schiusi si consiglia di eliminarli per migliorare la fioritura.

giovedì 19 marzo 2009

Gli agrumi

Tutte le piante di agrumi, veri simboli del paesaggio mediterraneo, hanno fiori e frutti profumatissimi.

Chi ha a disposizione solo un balcone, oltre al limone, può coltivare in vaso due specie di piccola taglia: il kumquat, dai piccoli frutti, ovali, commestibili anche nella buccia ed il clementino, derivato dall'incrocio tra mandarino ed arancio.
In giardino, invece, crescono bene le piante di arancio dolce, arancio amaro, mandarino e pompelmo.
Se coltivate in giardino le piante di limone possono raggiungere le dimensioni di un alberello. In vaso invece grazie al tipo di innesto, hanno l'aspetto di arbusti. La maggior parte dei limoni fiorisce più volte all'anno. Di conseguenza sui rami convivono assieme i bei frutti ovali ed i fiori. Che quando sono ancora chiusi, hanno una tonalità violacea, mentre aperti rivelano una corolla candida con cinque petali spessi ed un ciuffo di stami gialli al centro.



Esposizione
Al sud e lungo le coste, gli agrumi, vivono all'aperto tutto l'anno. Nelle zone collinari del Centro e nelle pianure del Nord, invece vanno coltivati in vaso e trasferiti in casa nei mesi freddi.
Quando li si riporta all'aperto, per godere del loro profumo, l'ideale è tenere i vasi accanto ad una portafinestra, lontano dal calorifero
Il terreno adatto
In giardino, la maggior parte degli agrumi ha bisogno di un suolo di medio impasto, formato da una miscela di torba, terra argillosa e pietra pomice. Per la coltivazione in vaso invece occorre del terriciio pronto all'uso per agrumi. Queste piante vanno concimate tre volte l'anno: ai primi d'aprile, all'inizio di luglio e a metà settembre, spargendo sul terriciio, distante dal tronco, qualceh cucchiaio di concime granulare, a rilascio graduale, specifico per limoni ed agrumi. A fine inverno, infine occorre ricoprire la terra con fertilizzante organico.
Di cosa hanno bisogno
In una zona ventosa, i limoni devono stare a ridosso di un muro che li protegga dall'aria gelida. E se i rami si flettono sotto il peso dei frutti, è necessario legarli a delle canne di bambù. Se l'acqua è troppo ricca di calcare, le foglie degli agrumi possono ingiallire. In questo caso, basta ricorrere ad un prodotto a base di ferro.
Le piante di limone hanno bisogno poi di una posizione calda ed assolata, lontano da alberi o pareti che facciano ombra. D'estate vanno annaffiati anche tutti i giorni, per evitare che le radici secchino.
In primavera ed in autunno, invece, una o due volte la settimana, mentre in inverno, basta un goccio d'acqua quando il terriciio asciuga.
Sul balcone, infine , per evitare ristagni, il vaso va sollevato dal pavimento con gli appositi piedini di terracotta

mercoledì 18 marzo 2009

L'alloro

L'alloro è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Lauraceae che cresce adattandosi a svariati climi; i suoi fiori crescono in ciuffi biancastri alla base delle foglie superiori. I suoi frutti si presentano come bacche rotonde, prima verdi e poi tendenti al nero lucido man mano che si avvicinano alla maturazione.
Dell'alloro si utilizzano sia le foglie che i frutti: le prime si possono raccogliere tutto l'anno, ma le migliori sono quelle del periodo estivo dei mesi di luglio e agosto, mentre i frutti si raccolgono solo all'apice della maturazione. Le foglie contengono la principale componente attiva della pianta, e cioè l'olio essenziale; utilizzate per l'infuso, svolgono azioni stimolanti dell'organismo favorendo i processi digestivi e l'eliminazione dei gas intestinali.
L'alloro è anche antisettico ed espettorante e utile per curare i reumatismi e i dolori mestruali.Le foglie di alloro, si possono utilizzare anche per pediluvi destinati ai piedi stanchi, per risciacqui orali in caso di infezioni, per lavaggi nasali in caso di sinusite.

Periodo di fioritura: Fiorisce in primavera.
Coltivazione: In genere l’alloro prospera senza difficoltà: teme infatti solo il freddo e l’umido eccessivi; per quest’ultimo motivo è importante che il terreno sia ben drenato. Per avere piante dal fogliame ben fitto conviene potare le giovani piante ogni anno a fine inverno. L’alloro è pianta che può essere coltivata anche in vaso, ma cresce meglio in piena terra; grazie al fogliame fitto e persistente è pianta adatta alla formazione di siepi.
Moltiplicazione: Spesso nei pressi di una pianta di alloro è facile trovare che sono nate nuove piantine, in quanto l’alloro si risemina da solo; altrimenti si può moltiplicare per semina interrando i semi non appena sono maturi: e cioè quando diventano scuri e soprattutto grinzosi.
Concimazione. In primavera è consigliabile concimare le nostre piante, con concimi ricchi in azoto, in modo da favorire lo sviluppo dell'apparato radicale e delle giovani foglie. Possiamo utilizzare concimi liquidi, da somministrare ogni 15-20 giorni, oppure dei concimi a lenta cessione, da aggiungere al terreno di coltivazione ogni 3-4 mesi

martedì 17 marzo 2009

Il Narciso

Il narciso è una pianta di origine europea.
Il nome deriva dal greco narké che significa "stordimento" in quanto si credeva che il profumo di questo fiore avesse capacità ipnotiche. Esistono specie a fioritura primaverile ed altre a fioritura autunnale (Narcissus elegans, narcissus viridiflorus). Il bulbo va interrato in autunno ad una profondità doppia rispetto alle dimensioni del bulbo, possibilmente un pò inclinato per evitare che col tempo vada ancora in basso, fra loro ad una distanza di 20 centimetri.
E' meglio lasciarli in terra per 4-5 anni prima di procedere alla moltiplicazione.
Fiori primaverili bianchi e gialli, spesso profumati, per il giardino o anche per la fioritura in vaso in casa.

Esposizione e luminosità: A seconda della specie e se in interno o esterno va esposto in pieno sole o leggera ombreggiatura
Temperatura:Si consiglia di non scendere sotto i 10° C. In generale è una pianta resistente, anche al freddo.
Irrigazione: In primavera ed estate mantenere il terreno umido senza creare ristagno d'acqua. Diminuire con il calare della temperatura.
Concimazione: Utilizzare del fertilizzante per piante fiorite, oppure, dello stallatico ben maturo.
Propagazione: I bulbi vengono piantati in settembre ad una profondità variabile a seconda della grandezza del bulbo stesso. I bulbi non possono essere conservati fuori dal terreno e per lungo tempo,, pertanto, è consigliabile lasciarli indisturbati per circa 3 anni, prima di estrarli dal terreno e procedere alla divisione dei bulbi laterali.
Rinvaso: Quando necessario, a fine inverno. Si sceglie un vaso leggermente più ampio del precedente, si cambia il terricico, si sfoltisce il bulbo e si ripianta.
Potatura: E' sufficente eliminare le piante danneggiate e i fiori appassiti

lunedì 16 marzo 2009

La gerbera

La gerbera è una pianta sempreverde di origini Sudafricane che fiorisce nel periodo estivo mentre non va lasciata all’aperto durante l’inverno perché teme le basse temperature. I grandi fiori della gerbera offrono una grande varietà di colori, dal giallo al bianco e dal rosa al rosso , sono anche molto richiesti nelle composizioni floreali. All’esterno la gerbera può essere collocata in pieno sole innaffiandola regolarmente ed effettuando la concimazione ogni 15 giorni.
In inverno collocare la gerbera in una posizione fresca e innaffiandola poco.
Durata: Perenne
Periodo di fioritura: Fiorisce spontaneamente in primavera e per gran parte dell'estate. Si può' trovare forzata, da coltivazione in serra, anche negli altri periodi
Uso: Puo essere utilizzata sia come pianta da giardino che d'appartamento, secondo il clima. Le piante da vaso, che vengono ritirate durante l'inverno in luoghi riparati, devono essere esposte in esterno durante la stagione calda successiva, altrimenti non tornano a fiorire.
Esposizione e luminosità: Vuole molta luce e si può adattare anche al sole diretto.
Irrigazione: Necessita di essere annaffiata con una certa frequenza, utilizzando acua a temperatura ambiente. Il terriccio non deve mai restare eccessivamente umido. Nel corso dell'inverno, diminuire molto le irrigazioni.
Rinvaso: Quando è necessario in primavera. I vasi si scelgono secondo le dimensioni della pianta. La painta va invasata mantenendo il colletto in superficie, questa operazione è preventiva rispetto alla formazione di marciumi.
Potatura: Solo asportazione dei fiori seccati o deperiti, tirando lateralmente lo stelo, si stacca da solo dalla pianta non causando danni

La petunia

Pianta annuale molto diffusa che produce fiori grandi e molto belli dai colori più vari come il bianco, il rosso e il viola.
Viene venduta in piccoli vasetti a circa 50 centesimi e richiede un travaso subito dopo l'acquisto.
Se si desidera piantare più Petunie nello stesso vaso è indispensabile lasciare molto spazio tra le piante dato che crescono parecchio.
Si acquista in primavera anche se alcune volte viene venduta anche in autunno dato che questa pianta non supera l'inverno.
Tutte le parti secche come anche i fiori appassiti vanno sempre eliminati per stimolare la formazione di nuovi getti.E' possibile anche ottenere molte piante partendo dai semi che vanno piantati all'inizio della primavera.

Annaffiature: le piante di petunia sono abbastanza esigenti per quanto riguarda le annaffiature, possono sopportare alcune ore di siccità, ma le piante tendono ad appassire rapidamente in caso di carenza di acqua prolungata; annaffiamo quindi con regolarità, ogni 2-3 giorni, intensificando le annaffiature durante i mesi estivi. In ogni caso evitiamo di lasciare acqua stagnante ed attendiamo che il terreno sia asciutto tra un'annaffiatura e l'altra.

Esposizione: si pongono a dimora in piena terra, oppure in vasi o ciotole appese; preferiscono posizioni molto luminose, possibilmente soleggiate per almeno sei ore al giorno; il posizionamento in luogo ombreggiato può causare scarse fioriture. I sottili fusti rendono le piante abbastanza fragili, è quindi consigliabile evitare di porle in luoghi molto esposti al vento.
Temperatura: clima temperato caldo, le P. temono il freddo. Parassiti e malattie: il maggior parassita è il ragnetto rosso, le foglie assumono colore grigio - giallastro talvolta rugginoso; vengono attaccate anche dagli afidi.

martedì 3 marzo 2009

La mimosa

In Inghilterra, nel secolo scorso, le ragazze meno carine erano solite infilare un fiore d’acacia nell’occhiello della giacca, della camicetta oppurefra i capelli per esibire la loro ideologia. Diverso significato veniva attribuito alla mimosa dagliindiani d’America; in base ad una vecchiausanza un ramoscello d’acacia era donato daogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore. Il loro aspetto delicato nasconde forzae vitalità; per questo è simbolo di forza e femminilità.
La mimosa è un albero ornamentale che a miti temperature si sviluppa molto velocemente, le foglie sono bipennate di colore verde opaco, i fiori giallo intenso sono raggruppati a grappoli ed emanano un profumo inconfondibile. Proprio al fiore è dovuta la notorietà della mimosa, da mezzo secolo è il simbolo della Festa delle donne dell’8 marzo.
Cure e manutenzione
La mimosa si adatta ad ogni tipo di terreno anche se preferisce quelli più acidi, va piantata al riparo dai venti e soprattutto dal gelo, un inverno troppo rigido e le gelate far morire la pianta. Per i primi anni la mimosa va potata accorciano abbastanza corti i rami, successivamente può anche non essere potata o solo dopo la fioritura per stimolare nuovi getti.
Riproduzione
La mimosa può essere riprodotta a primavera per semina, i semi sono contenuti a gruppi in baccelli di 10 cm prodotti dalla pianta, mettere i semi della mimosa in acqua calda per un paio di giorni e successivamente interrarli in un composto di sabbia e terra, la germogliazione avverrà entro un mese.La riproduzione avviene anche per talea da praticare sempre nei mesi primaverili interrando dei rametti in vasi con terra e sabbia e mantenendo umido.
Durata: Perenne
Periodo di fioritura:Fiorisce dai primi di marzo
Esposizione e luminosità:In interni posizionarla in zona molto luminosa ma non in presenza di sole diretto. Se coltivata in piena terra può anche essere esposta al sole diretto o in zone dalla media ombreggiatura, purchè siano sempre riparate dal vento.
Potatura: Si eliminano le parti danneggiate e secche subito dopo la fioritura. Questo tipo di potatura stimolerà l'emissione di nuova vefetazione

lunedì 2 marzo 2009

Il gelsomino

Il Gelsomino è una rampicante sempreverde dai fusti legnosi perfetto per la realizzazione di pergolati o per coprire recinzioni e muri. Fiorisce in estate ed a inizio autunno, i fiori sono bianchi per la specie più comune, dal profumo intenso e sono formati da una lunga corolla.
Esposizione e luminosità: Da posizionare in zona luminosa e soleggiata, al riparo dal vento; per la coltivazione in vaso, vicino ad una finestra luminosa.
temperatura: In genere i gelsomini possono sopportare brevi periodi di freddo intenso, ma nelle regioni con inverni freddi è consigliabile coltivare queste piante in luogo riparato, evitando temperature inferiori ai -5°C per periodi molto prolungati. In autunno riparare il piede della pianta con foglie secche, per evitare che il terreno geli in profondità. Gli esemplari coltivati in ambienti interni devono vivere ad una temperatura che varia tra i 10°C ed i 14°C. in inverno e fino ai 22°C. durante l'estate.
substrato: Nonostante l'aspetto delicato i gelsomini sono piante che si sviluppano senza problemi in qualsiasi terreno, prediligendo comunque substrati ricchi di humus e torba, soffici e molto ben drenati, per cui si consiglia di aggiungere della sabbia per migliorarne il drenaggio
irrigazione: Mantenere il terreno abbastanza umido in estate evitando i ristagni d'acqua e anche la siccità. Negli altri periodi devono essere frequenti dal momento del trapianto ad attecchimento avvenuto e poi moderate in seguito.

Il gelsomino può sopportare, infatti, anche periodi di aridità abbastanza prolungati; in periodi primaverili particolarmente siccitosi è consigliabile stimolare la fioritura con sporadiche annaffiature
rinvaso: A seconda della specie verso fine febbraio-marzo
potatura: Come tutte le specie rampicanti ha bisogno di essere contenuta nelle dimensioni tramite potatura. Si effettua in primavera asportando i germogli che fanno perdere la forma della pianta e quelli più deperiti. Agevolare la crescita con canne o archetti. Dopo la rinvasatura si procede ad una leggera potatura per favorire la crescita dei germogli laterali.
piccoli consigli: In vaso necessita di un tutore come sostegno. D'inverno porre in posizioni riparate, protetto con tende e stuoie. Evitare anche i ristagni d’acqua e la siccità prolungata. Per le specie più rustiche non ci sono particolari difficoltà di coltivazione.

Il glicine

Pianta rampicante di origini cinesi introdotta in Europa come pianta ornamentale ideale nei giardini per la realizzazione di pergolati, dal fogliame deciduo riesce a raggiungere i 15m di altezza, fiorisce in primavere e tarda estate con grappoli di fiori bianchi o lilla che si aprono progressivamente. Il trapianto del Glicine è consigliato nei mesi autunno – invernali (ottobre - marzo) possibilmente in posizione soleggiata che ne permetterà una migliore fioritura. Il Glicine dopo il primo anno dal trapianto comincerà una crescita rigogliosa, è una pianta che tende ad espandersi quindi è consigliabile dedicargli spazi sufficientemente ampi per lo sviluppo. Non necessita cure particolari, non teme il gelo.

COME REALIZZARE UN "ALBERO" DI GLICINE
  • In primavera, mettere a dimora un glicine con 2 o 3 fusti principali, e sistemare un sostegno in modo che i fusti, intrecciati tra loro, crescano verticalmente fino all'altezza di circa due metri. In seguito si salderanno in, modo da formare un unico tronco.
  • Raggiunta l'altezza desiderata per il tronco, disporre dei sostegni orizzontali per i rami, che andranno inizialmente guidati per formare la chioma
  • Contemporaneamente, accorciare di un terzo i rami orizzontali per farli ingrossare e lignificare; questa potatura ha anche lo scopo di stimolare la produzione dei getti laterali che andranno a riempire la chioma.
  • Togliere il sostegno al tronco,che una volta lignificato sarà in grado di sostenersi da solo; in seguito sarà possibile eliminare gradualmente tutti i sostegni, non appena anche i rami orizzontali saranno diventati legnosi. Per ottenere una chioma molto larga, sarà necessario sostenere i nuovi getti terminali man mano che crescono, mantenendoli orizzontali.

POTATURA E CONCIMAZIONI
Dopo qualche anno di coltivazione in vaso, il glicine allevato secondo il suo portamento naturale dovrebbe essere trapiantato in terra, in quanto per svilupparsi le radici necessitano di notevoli quantità di terra. Oppure, provvedete ad una drastica riduzione della parte aerea e dell'apparato radicale e ricominciate la coltivazione a partire da un solo fusto, come se fosse un alberello, accorciando regolarmente i rami.

giovedì 26 febbraio 2009

Le felci

Tra le piante d'appartamento, le felci sono considerate da tutti le più attraenti. Grazie alla chioma lussureggiante cambiano immediatamente il lokk di una stanza e creano l'illusione di vivere in un angolo di foresta subtropicale.
La felce di Boston e la davallia hanno fronde frastagliate e ricadenti che superano il mezzo metro di lunghezza, mentre il capelvenere sembra una nuvoletta verde sospesa nell'aria. Quella con le corna d'alce, poi, ha un apsetto curioso ed elegante. Tutte bellissime , dunque.
Ma con la fama di essere piante difficili. In effetti hanno richieste ben precise in fatto di curve. Ma basta conoscere le loro esigenze ed imparare quelche trucco per farle cresciere rigogliose. Ecco qui,allora, tutte le cose da fare e non fare. Se si mettono in pratica, si otterranno risultati formidabili: piante verdi bellissime, proprio come quelle del fiorista.
Le cose da fare
  • Innaffiare: La terra delle felci deve essere sempre un pò umida. D'inverno la pianta va bagnata, due volte alla settimana. D'estate almeno 4 volte. Si deve esare acqua a temperatura ambiente e decalcificata, come quella per il ferro da stiro. Altrimenti il calcio si deposita sulle radici ed impedisce alla felce di bere.
  • Nebulizzare: Soprattutto davallia e capelvenere, che hanno foglie piccole e si disidratano rapidamente, vanno spruzzate ogni giorno.
  • Schermare. Le felci amano i posti luminosi ma ben ombreggianti. Il sole, infatti, ustiona le foglie, che diventano marroni. Se il vaso è sul davanzale di una finestra bisogna schermare il vetro con una tenda.
  • Ruotare: Una volta alla settimana il vaso va girato di 180 gradi. Con questa mossa si evita che la pianta venga sbilanciata, con fronde rigogliose (dove prende la luce) e altre no (quelle verso l'ombra)
  • Concimare: Da marzo ad agosto, va aggiunto all'acqua delle innaffiature del fertilizzante per piante verdi da interno. Un terzo della dose indicata sulla confezione, ogni due settimane.
  • Pulire: Ogni settimana si tolgono le foglioline secce cadute sulla terra e si tagliano le fronde spoglie.

Le cose da NON fare:

  • Abbandonare: Attenzione all'acqua: se rimane nel sottovaso c'è il rischio, soprattutto con il capelvenere, che le radici marciscano.
  • Lucidare. Il prodotto che si spruzza per lucidare le piante verdi non va bene per le felci. Ha un effetto "lacca": chiude i pori e blocca la respirazione delle foglie. Inoltre il getto freddo può congelare quelle più giovani e tenere.
  • Spolverare. Molte varietà come la felce a corna d'alce, hanno una peluria finissima che capta l'umidità. Può sembrare polvere, ma se si passa un panno per toglierla si danneggia la pianta.
  • Spostare. Per evitare di nebulizzarle tutti i giorni, spesso le felci vengono messe in bagno o in cucina , gli ambienti più umidi della casa. E' una mossa da non fare. Sono stanze dove le finestre si aprono spesso. E le correnti d'aria ed il brusco abbassamento di temperatura sono nemici di queste piante.
  • Rinvasare. Non è facile cambiare vaso alle felci senza danneggiare le radici. Perciò è da fare solo se necessario
  • Buttare. Se la felce rimane spoglia, non è detto che sia da buttare. Si recidono gli steli a cinque centimetri da terra. Se le gemme sono sane, rispuntano presto nuove foglie.

lunedì 23 febbraio 2009

Il Tulipano

Tulipa è il nome di un genere delle Liliaceae originario della Turchia e suo simbolo nazionale floreale.
Si sviluppa con foglie verde brillante ovali e allungate, uno stelo su cui è collocato un unico fiore formato da sei petali uguali. I fiori del Tulipano variano sia nel colore che nelle striature, fiorisce dalla fine dell’inverno a maggio.
Il Tulipano è molto utilizzato a gruppi nelle aiuole, i vanno interrati in autunno in zone in penombra del giardino dopo aver lavorato con una vanga il terreno e aver aggiunto torba e sabbia. L’irrigazione del tulipano deve essere regolare ma senza eccessi nella quantità d’acqua.


Esposizione
Il tulipano ama le posizioni in pieno sole, ma non troppo ventose.
Acqua
I tulipani vanno bagnati appena messi a dimora e poi dopo 3, 4 giorni se non è piovuto. In seguito i tulipani, come tutte le bulbose si accontenta della pioggia. Le irrigazioni vanno fatte solo in caso di prolungati periodi di siccità.
Coltivazione
I bulbi dei tulipani si piantano in autunno o alla fine dell'inverno sia in piena terra che in vaso.Tagliare gli steli dei fiori appena appassiti, ma lasciare le foglie finchè non seccano e si staccano dal bulbo. I bulbi possono essere lasciati a dimora per un paio d'anni dopo di chè sarà bene dividere i cespi dei bulbi per dare aria al tulipano. Se ogni anno si tolgono i bulbi dalla terra tenerli fuori dalla portata dei topi.
Concimazione
Somministrare regolarmente un concime per piante fiorite durante la fioritura e per quattro settimane dopo.
Malattie
Le malattie ed i parassiti dei tulipani sono : il marciume, la muffa grigia, le virosi, afidi, nematodi, lumache e topi.
Terreno
I tulipani prediligono terreni leggermente basici, ma gli ibridi da giardino riescono bene anche in suoli a reazione neutra o un poco acida. Evitare di piantare tulipani in terreni con molta torba. Per i tulipani coltivati in vaso mettere attenzione al drenaggio.

mercoledì 18 febbraio 2009

L'Ibisco

Il nome deriva dal greco; probabilmente fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell’antichità, vissutonel primo secolo dopo Cristo.Questa pianta come il girasole per lo stato del Kansas è il simbolo della Malesia ed è sempre più apprezzata tanto da essere coltivata in maniera massiccia. In Polinesia, da sempre, l’ibisco è portato tra i capelli dalle ragazze; i ragazzi invece sono soliti apoggiarne un fiore sull’orecchio destro, se sono fidanzati, sull’orecchio sinistro, se sono “liberi”. I suoi fiori sono delicati e leggerissimi e hanno una durata molto breve, di solito un giorno; per questo regalando l’ibisco si vuole esaltare la bellezza fulminea e fugace.
Possono essere coltivati ad alberello o a siepe e per la specie syriacus anche in piena terra. Il genere syriacus è l'unica specie che può essere coltivata all'aperto anche nei climi rigidi.
E' una pianta rustica a forma eretta, con 5 grandi petali e un lungo stilo centrale . Il fiore non dura a lungo si contano 24 ore di apertura, ma si rinnova continuamente per tutta la stagione estiva.

Esposizione: l’ibisco è una pianta che ama molto il sole ed il caldo, predilige posizioni molto luminose, esposte direttamente ai raggi solari e ama le estati molto calde e lunghe. Può sopravvivere anche in condizioni avverse, anche se l’ombra causa scarse fioriture, così come un’estate molto fresca. Queste piante non temono il freddo e possono sopportare senza problemi gelate intense anche di lunga durata, anche se può capitare che alcuni dei rami dissecchino a causa del freddo.

Terreno: si accontentano di qualsiasi terreno, anche povero e sassoso; prediligono terreni freschi, mediamente ricchi di humus, conun buon drenaggio. L’ibisco può essere coltivato in vaso, ponendolo in un recipiente capiente; va rinvasato ogni 2-4 anni.

Potatura: L'Ibisco è una pianta che va potata regolarmente quando ha raggiunto i 3-4 anni di età. E' importante in quanto serve per modellare la forma che assumeranno, per rinvigorire piante di una certa età e per eliminare parti danneggiate o malate.
La potatura va effettuata all'inizio della primavera, alla ripresa vegetativa della pianta. Utilizzare degli attrezzi puliti e disinfettati ed il taglio va fatto appena sopra il nodo in maniera netta, senza lasciare sfilacciature ed in maniera leggermente inclinata, nella direzione in cui desiderate che il futuro ramo si sviluppi.

giovedì 12 febbraio 2009

Il rinvaso

Tra qualche settimana le piante del balcone di casa si sveglieranno dal sonno invernale.
Le radici cominceranno a crescere ed avranno bisogno di nuova terra, ricca di sostanze nutrienti. Se quella che c'è nel vaso è vecchia e polverosa, vuole dire che ha esautito la capacità di alimentare la pianta, impedendole di crescere. Perciò bisogna sostituirla.
Esistono parecchi modi per capire se una pianta necessita di un rinvaso:
  • la pianta comincia ad appassire alcune ore dopo essere stata annaffiata;
  • le foglie superiori ingialliscono e cadono;
  • la nuova vegetazione è ridotta o stentata;
  • le radici fuoriescono dal foro di drenaggio e/o si sviluppano sulla superficie del terriccio,
  • spingendosi fuori dalla zolla alla ricerca di nutrimento. Una tale esposizione rischia di danneggiare i delicati peli capillari, non più protetti dal terriccio o dal vaso.
Se si vuole eseguire questo lavoro bene, bisogna conoscere i gusti di ogni varietà.
Per preparare la terra giusta per ogni fiore basta acquistare nei centri di giardinaggio qualceh sacchetto di terriciio nuovo pronto all'uso: universale, torboso, di brughiera, granuloso. Per alcune piante si può usare così com è. Per altre invece è meglio preparare un mix.



  • Universale. Contiene le stesse sostanze nutrienti di quella da giardino, che sono gradite alla maggior parte dei fiori. Quando viene bagnata si drena con facilità e le radici non si inumidiscono troppo. E perfetta per le rose, le peonie ed i limoni. Per le camelie, bisogna miscelarla con il 30 % di terra torbosa. Invece per i Gerani, edere e bambù, il mix va fatto con il 30 % di terra granulosa, così la terra diventa più soffice ed aumenta la capacità di far scorrere via l'acqua in eccesso
  • Torbosa. Ha la torba come componente principale, che è leggera e acida. Trattiene l'acqua e diventa compatta se non viene bagnata spesso. Va benissimo per le petunie, le fucsie e per tutti i fiori che durante l'estate hanno bisogno di una costante umidità. Se viene aggiunto un terzo di terra di brughiera si ottiene la miscela giusta per le pieris e le ortensie di colore rosa. Nei vasi dove si coltiveranno margherita, gelsomino e glicine, bisogna versare sul fondo uno strato di terra granulosa, per evitare ristagni d'acqua vicino alle radici. E poi si riempe il recipiente con quella ricca di torba.
  • Di Brughiera. Quella che si acquista in sacchetti provenienti dai posti dove crescono le eriche. Questo terriccio ha la caratteristica di non contenere calcare e, quando si bagna, di trattenere molto l'acqua. E' l'ideale per le azalee, rododendri, eriche e callune, che non sopportano il calcare. Con questa terra le ortensie diventano azzurre. Per realizzare la miscela giusta per le gardenie , si mescolano in parti uguali tre tipi di terra: di brughiera, universale e torbosa.
  • Granulosa. E' ricca di sassolini e sabbia. Contien e pezzetti di lapillo vulcanico, sali minerali ed ha la particolarità di essere molto drenante. E' consigliata per la maggior parte delle piante grasse. Se si utilizza per agavi e aloe, è meglio aggiungere almeno il 25 % di terra universale, più pesante, che da stabilità alle radici. Unendo un terzo di terriccio da giardino, invece, si prepara la miscela giusta per far crescere bene la buganvillea e l'ibisco.

mercoledì 4 febbraio 2009

L'orzo ed il Grano

Per coltivare l'orzo e il grano in casa la semente giusta è quella per germogli commestibili. Servono anche un sottovaso profondo 5 centimetri e la terra.
Si lascia in ammollo una manciata di semi per mezza giornata. Bisogna poi riempire di terra il sottovaso fino ad un centimetro dal bordo ed inumidire la superficie con lo spruzzino. Sistemati i semi , ci si può aiutare con una pinzetta, occorre ricoprirli con un velo di terra.

Per far germogliare le semente , serve un posto caldo , luminoso e con tanta umidità, perciò due volte al giorno si spruzza acqua nel sottovaso.
Dopo una settimana , spunteranno le prime piantine e si formerà un campo di grano e di orzo in miniatura. Si può fare anche un esperimento per vedere l'azione del sole sulla clorofilla: se si fanno crescere i semi al buio, gli stessi resteranno giallini. Ma messi alla luce, in 5 ore, diventeranno verdi.