martedì 31 marzo 2009

La calendula

Pianta annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Composite, deriva dall'antica Calendula arvensis L., presente allo stato spontaneo in tutta la zona del mediterraneo, da dove è stata esportata sia in Europa e in Asia, sia nelle Americhe. Il genere Calenduleae si dice composto da una quindicina di tipi, in realtà vanno interpretati come varietà dell'unica specie attualmente riconosciuta.
Esposizione: porre in pieno sole o all'ombra parziale; in genere queste piccole piante vengono poste a dimora in primavera inoltrata, in aprile, poichè temono il freddo e le gelate tardive.
Annaffiature: in genere le calendule si accontentano della pioggia, sopportando senza problemi brevi periodi di siccità; per una fioritura abbondanteè però bene annaffiare regolarmente la pianta, da aprile ad agosto, soprattutto se si verificano lunghi periodi senza precipitazioni. Ogni 10-15 giorni è bene fornire del concime per piante da fiore, mescolato all'acqua delle annaffiature.


Terreno: queste piante preferiscono terreni ricchi, sciolti e leggeri, molto ben drenati; anche se possono svilupparsi in qualsiasi tipo di terreno, anche sassoso. Le calendule si possono coltivare anche in contenitore, utilizzando ciotole abbastanza spaziose, per permettere alle piante di svilupparsi senza problemi.
Periodo: La calendula si semina in aprile-maggio nei climi più freddi, mentre in quelli più caldi si preferisce la semina autunnale che permette di ottenere capolini di dimensioni più grandi rispetto alla semina primaverile e pertanto rese più elevate.
Fioritura: La fioritura della pianta è scalare e di conseguenza la raccolta dei capolini si protrae per alcune settimane a partire da metà maggio per le colture seminate in autunno e da agosto per quelle impiantate in primavera.
Uso erboristico: il decotto di calendula aiuta a combattere gli stati influenzali, la tosse e il raffreddore. L’infuso è consigliato in caso di mestruazioni dolorose, febbre, ulcere e irritazioni cutanee. Il succo e i fiori della calendula possono essere applicati al naturale (o sottoforma di olio o pomata) per agevolare la cicatrizzazione di piaghe, di piccole ferite o del fuoco di Sant’Antonio.

lunedì 30 marzo 2009

La Primula

La Primula è un genere di piante della famiglia delle Primulaceae, originario delle zone temperate di Europa, Asia e America.
Il nome deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l'erba verde.
Durata: annuale o perenne secondo la coltivazione.
Periodo di fioritura:La Primula richiede un periodo vegetativo da 6 ad 8 mesi dalla semina alla fioritura

Esposizione: gradisce qualsiasi tipo di esposizione, sia al sole che all'ombra, prediligendo in ogni caso la mezz'ombra, lontano dai raggi diretti del sole. Non teme assolutamente il freddo, si consiglia anzi di interrarla in autunno per avere una stupenda fioritura all'inizio della primavera. Talvolta nei mesi caldi, o durante inverni molto rigidi, la parte aerea dissecca, ma la pianta ricomincia a svilupparsi in gennaio-febbraio, per produrre i primi fiori verso la fine dell'inverno.
Annaffiature: necessita di essere annaffiata regolarmente, soprattutto in primavera inoltrata. Generalmente in inverno e in primavera si accontenta delle piogge, ma è comunque opportuno controllare il terreno, a partire dall'inizio di febbraio, evitando che asciughi eccessivamente. Da marzo a ottobre fornire del concime per piante da fiore ogni 10-15 giorni.
Terreno: non ha particolari esigenze di terreno, una composta da giardino va benissimo, sempre che sia fertile e ben drenata.
Irrigazione: Richiede molta acqua, soprattutto a causa del substrato molto leggero e permeabile che trattiene poca acqua. In appartamento si consiglia di innaffiare ogni 2-3 giorni a seconda dell’umidità del vaso che deve essere mantenuta costante
Moltiplicazione: può avvenire da seme, in primavera, utilizzando i semi freschi, che vanno seminati in un composto di sabbia e torba in parti uguali, le piantine si pongono a dimora in autunno e fioriranno l'anno successivo. Volendo in autunno si possono anche dividere i cespi, producendo così nuove piantine da porre subito a dimora. Le primule si ibridano con facilità tra loro, quindi i semi in genere non producono esemplari identici alla pianta madre.
Parassiti e malattie: fare attenzione all'eventuale attacco di afidi verdi e neri. Forti piogge primaverili o annaffiature eccessive possono favorire l'insorgenza di muffa grigia, che rovina fiori e foglie.
Potatura: Rimuovere gli scapi fiorali appassiti per stimolare nuove fioriture ed allungare il periodo stesso di fioritura

martedì 24 marzo 2009

La calla

La Calla è una pianta bulbosa perenne con fioritura da aprile ad ottobre, si presenta con fusti eretti e alti che sostengono spadici gialli e foglie lisce. Ogni spadice è fasciato da una spata, una foglia che avvolta a forma di imbuto, di color bianco.
Cure e manutenzione: La calla va sistemata in un ambiente fresco durante il periodo i fioritura. Fiorisce dall’inizio della primavera, successivamente va in riposo e tutte le foglie muoiono. Nei mesi estivi collocarla in un posto asciutto e al sole.
Innaffiare e concimare ogni settimana, la moltiplicazione dalle calla avviene per divisione della pianta.
Luce: posizione luminosa, al riparo dai raggi diretti del sole.

Annaffiature e umidità ambientale: aumentare gradualmente le annaffiature dal momento della messa in vegetazione, avendo cura di mantenere il terreno sempre bagnato, fino ad arrivare ad annaffiare abbondantemente nel pieno del periodo vegetativo, utilizzando sottovasi profondi che dovranno essere tenuti sempre pieni di acqua. Ridurre gradualmente le annaffiature quando i fiori e le foglie cominciano ad ingiallire e ad appassire , fino a sospenderle del tutto, in estate.
Substrato: un buon terriccio fertile a base di terra di foglie e torba, con aggiunta di sabbia.
Moltiplicazione : Si possono ottenere nuovi esemplari al momento del rinvaso per divisione dei rizomi (facendo attenzione che ogni porzione presenti una o due gemme) o per separazione dei germogli che dovranno essere ripiantati immediatamente in vasi riempiti della stessa composta usata per le piante adulte.

Piante per luoghi luminosi

Vicino alle finestre e nei luoghi più luminoso di casa è consigliabile porre le piante da appartamento che producono fiori, come anthurium, spatifillo, saintpaulia, orchidee, dipladenia; anche le bromeliacee preferiscono i luoghi luminosi, come ad esempio la guzmania.
Esistono anche molte piante verdi che preferiscono i luoghi luminosi, come ficus, chamaedorea, exacum. In ogni caso è bene evitare la luce diretta del sole, e preferire una luce indiretta, o filtrata dalle tende.
La gran parte delle cactacee invece necessita, anche in inverno, di essere posta in luogo molto luminoso, anche al sole diretto.
Esistono poi delle particolarità; ad esempio kalanchoe, stella di Natale e cactus di Natale fioriscono soltanto quando le giornate sono molto brevi, quindi per ottenere molti fiori è necessario tenerle al buio per circa 12 ore al giorno per alcune settimane.
Possiamo attendere che fioriscano in inverno, quando le giornate sono corte, oppure indurle a fiorire in qualsiasi altro periodo dell'anno, coprendole con un tessuto scuro dalle otto di sera alle otto del mattino.

lunedì 23 marzo 2009

La lavanda

La LAVANDA (Lavandula officinalis) , detta anche Lavanda vera è un arbusto suffrutice sempreverde piuttosto rustico, che può raggiungere anche 1metro di altezza. Appartiene alla famiglia delle Labiatae, piante aromatiche per eccellenza.
In aromaterapia la lavanda è praticamente una panacea, ma il suo maggiore utilizzo riguarda l'equilibrio e la serenità. Inoltre con il solo annusare si possono curare anche alcune malattie:

  • è un incredibile antisettico delle vie urogenitali e quindi è molto utile per combattere leucorree (perdite bianche), cistiti ed infiammazioni intestinali a carattere infettivo.
  • Ha un effetto rilassante e tonificante sull’organismo
  • Svolge un’attività rigenerante ed antisettica per l’organismo
  • È utile contro le affezioni dell’apparato respiratorio in quanto sviluppa un’azione espettorante e fluidificante. Ottimo quindi per tossi, bronchiti, laringiti ed asma.
Esposizione: è una pianta rustica, che resiste al caldo dell'estate più torrida e al freddo dell'inverno più rigido, anche se nei casi di gelate intense e persistenti è bene ripararla con del tessuto-non-tessuto. Gradisce particolarmente le posizioni soleggiate, e molto ben ventilate.
Lavandula stoechas
Annaffiature: la lavanda necessita di annaffiature non troppo abbondanti e non troppo frequenti, è meglio attendere che il terreno asciughi un po' prima di fornire altra acqua; solitamente preferisce rimanere qualche giorno all'asciutto piuttosto che avere un substrato inzuppato d'acqua. Non necessita di fertilizzanti, volendo si può fornire un po' di concime all'inizio della stagione vegetativa, in aprile.
Substrato: Deve essere fresco e leggero, evitare i luoghi con ristagni di acqua che possono creare marciumi radicali.
Irrigazione: Annaffiatura moderata, con frequenza nei periodi caldi e di siccità.
Concimazione: Concimare il substrato con fertilizzante per piante fiorite nelle dosi indicate sul prodotto, oppure, utilizzare dello stallatico maturo.
Potatura: Potare i rami sfioriti al fine di ottenere una nuova buona ramificazione,a fine inverno si consiglia di potare le siepi
Raccolta e conservazione: Tagliare i fiori in estate, appena si aprono, e utilizzarli freschi o essiccati. Per essiccarle, distribuire le spighe su un vassoio o preparare mazzetti da appendere.
Uso in cucina e proprietà terapeutiche: In cucina, usare i fiori e le foglie con moderazione. I fiori si possono utilizzare per profumare lo zucchero nella preparazione di dolci e biscotti. Le foglie si possono impiegare per profumare l’agnello arrosto.I fiori essiccati trasmettono un aroma persistente alla biancheria negli armadi.L’olio essenziale è un profumo molto apprezzato.La tisana a base di fiori di lavanda cura stati ansiosi, mal di testa, flatulenza, nausea, capogiri e alitosi.Proprietà terapeutiche: antisettiche, antispasmodiche, sedative, aromatiche, bechiche.

La camelia

La camelia proviene dalla Cina e dal Giappone, dove ne crescono moltissime varietà. In Europa le camelie furono importate da G. J. Camel a partiredalla seconda metà del 1700. Tuttavia, questa splendida pianta raggiunse grande popolarità soltanto un secolo dopo, in seguito al successo del romanzo di Dumas, "La signora delle camelie". Da allora, infatti, il fiore della camelia iniziò ad essere usato come ornamento di scollature ed orli degliabiti delle signore.
La Camelia appartiene con altre 80 specie alla famiglia delle Theacee ed è un arbusti sempreverde, rustico, originario dall'oriente.
Coltivata per i bei fiori grandi e profumati che si aprono durante i mesi freddi, la camelia ha belle foglie lucide, verde scuro.

Esposizione: le camelie non temono il freddo, e possono sopportare temperature anche molto rigide; necessitano di essere posizionate in luogo abbastanza luminoso ma semi ombreggiato, esposto direttamente ai raggi solari soltanto durante le ore più fresche dalla giornata.
Talvolta è comunque consigliabile ripararle dal vento, soprattutto nelle zone con inverni molto rigidi; nel caso in cui i mesi di gennaio e febbraio siano particolarmente freddi può essere conveniente coprire con agritessuto le piante con i boccioli già formati, per evitare che il gelo rovini i fiori.
Durata: perenne
Periodo di fioritura: La fioritura avviene dalla primavera all'autunno a seconda della specie.
Temperatura: E' molto resistente, la temperatura può variare dai 5 ai 25°C. , in generale preferiscono i climi temperati, infatti, i fiori possono essere danneggiati dal gelo. I vasi possono restare all'aperto da maggio ad ottobre. La parte più delicata è l'apparato radicale che andrebbe protetto con la pacciamatura ( con foglie, paglia, segatura) del terreno che circonda la pianta.
Irrigazione: L'annaffiatura è molto importante, e va effettuata in modo abbondante durante il periodo vegetativo e quello della fioritura. L'acqua utilizzata non deve essere calcarea. Nei mesi più caldi è buona norma nebulizzare dell'acqua sulle foglie, naturalmente bisogna compiere questa operazione durante le ore serali.
Rinvaso: E' opportuno ogni anno nei primi due o tre anni di vita, successivamente può essere effettuato ad anni alterni: il vaso precedente deve essere sostituito con uno di diametro maggiore del 10%.
Potatura: Tagliare i fiori dopo la fioritura senza lasciare frammenti, onde evitare malattie; se vi sono fiori che non si sono ancora schiusi si consiglia di eliminarli per migliorare la fioritura.

giovedì 19 marzo 2009

Gli agrumi

Tutte le piante di agrumi, veri simboli del paesaggio mediterraneo, hanno fiori e frutti profumatissimi.

Chi ha a disposizione solo un balcone, oltre al limone, può coltivare in vaso due specie di piccola taglia: il kumquat, dai piccoli frutti, ovali, commestibili anche nella buccia ed il clementino, derivato dall'incrocio tra mandarino ed arancio.
In giardino, invece, crescono bene le piante di arancio dolce, arancio amaro, mandarino e pompelmo.
Se coltivate in giardino le piante di limone possono raggiungere le dimensioni di un alberello. In vaso invece grazie al tipo di innesto, hanno l'aspetto di arbusti. La maggior parte dei limoni fiorisce più volte all'anno. Di conseguenza sui rami convivono assieme i bei frutti ovali ed i fiori. Che quando sono ancora chiusi, hanno una tonalità violacea, mentre aperti rivelano una corolla candida con cinque petali spessi ed un ciuffo di stami gialli al centro.



Esposizione
Al sud e lungo le coste, gli agrumi, vivono all'aperto tutto l'anno. Nelle zone collinari del Centro e nelle pianure del Nord, invece vanno coltivati in vaso e trasferiti in casa nei mesi freddi.
Quando li si riporta all'aperto, per godere del loro profumo, l'ideale è tenere i vasi accanto ad una portafinestra, lontano dal calorifero
Il terreno adatto
In giardino, la maggior parte degli agrumi ha bisogno di un suolo di medio impasto, formato da una miscela di torba, terra argillosa e pietra pomice. Per la coltivazione in vaso invece occorre del terriciio pronto all'uso per agrumi. Queste piante vanno concimate tre volte l'anno: ai primi d'aprile, all'inizio di luglio e a metà settembre, spargendo sul terriciio, distante dal tronco, qualceh cucchiaio di concime granulare, a rilascio graduale, specifico per limoni ed agrumi. A fine inverno, infine occorre ricoprire la terra con fertilizzante organico.
Di cosa hanno bisogno
In una zona ventosa, i limoni devono stare a ridosso di un muro che li protegga dall'aria gelida. E se i rami si flettono sotto il peso dei frutti, è necessario legarli a delle canne di bambù. Se l'acqua è troppo ricca di calcare, le foglie degli agrumi possono ingiallire. In questo caso, basta ricorrere ad un prodotto a base di ferro.
Le piante di limone hanno bisogno poi di una posizione calda ed assolata, lontano da alberi o pareti che facciano ombra. D'estate vanno annaffiati anche tutti i giorni, per evitare che le radici secchino.
In primavera ed in autunno, invece, una o due volte la settimana, mentre in inverno, basta un goccio d'acqua quando il terriciio asciuga.
Sul balcone, infine , per evitare ristagni, il vaso va sollevato dal pavimento con gli appositi piedini di terracotta

mercoledì 18 marzo 2009

L'alloro

L'alloro è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Lauraceae che cresce adattandosi a svariati climi; i suoi fiori crescono in ciuffi biancastri alla base delle foglie superiori. I suoi frutti si presentano come bacche rotonde, prima verdi e poi tendenti al nero lucido man mano che si avvicinano alla maturazione.
Dell'alloro si utilizzano sia le foglie che i frutti: le prime si possono raccogliere tutto l'anno, ma le migliori sono quelle del periodo estivo dei mesi di luglio e agosto, mentre i frutti si raccolgono solo all'apice della maturazione. Le foglie contengono la principale componente attiva della pianta, e cioè l'olio essenziale; utilizzate per l'infuso, svolgono azioni stimolanti dell'organismo favorendo i processi digestivi e l'eliminazione dei gas intestinali.
L'alloro è anche antisettico ed espettorante e utile per curare i reumatismi e i dolori mestruali.Le foglie di alloro, si possono utilizzare anche per pediluvi destinati ai piedi stanchi, per risciacqui orali in caso di infezioni, per lavaggi nasali in caso di sinusite.

Periodo di fioritura: Fiorisce in primavera.
Coltivazione: In genere l’alloro prospera senza difficoltà: teme infatti solo il freddo e l’umido eccessivi; per quest’ultimo motivo è importante che il terreno sia ben drenato. Per avere piante dal fogliame ben fitto conviene potare le giovani piante ogni anno a fine inverno. L’alloro è pianta che può essere coltivata anche in vaso, ma cresce meglio in piena terra; grazie al fogliame fitto e persistente è pianta adatta alla formazione di siepi.
Moltiplicazione: Spesso nei pressi di una pianta di alloro è facile trovare che sono nate nuove piantine, in quanto l’alloro si risemina da solo; altrimenti si può moltiplicare per semina interrando i semi non appena sono maturi: e cioè quando diventano scuri e soprattutto grinzosi.
Concimazione. In primavera è consigliabile concimare le nostre piante, con concimi ricchi in azoto, in modo da favorire lo sviluppo dell'apparato radicale e delle giovani foglie. Possiamo utilizzare concimi liquidi, da somministrare ogni 15-20 giorni, oppure dei concimi a lenta cessione, da aggiungere al terreno di coltivazione ogni 3-4 mesi

martedì 17 marzo 2009

Il Narciso

Il narciso è una pianta di origine europea.
Il nome deriva dal greco narké che significa "stordimento" in quanto si credeva che il profumo di questo fiore avesse capacità ipnotiche. Esistono specie a fioritura primaverile ed altre a fioritura autunnale (Narcissus elegans, narcissus viridiflorus). Il bulbo va interrato in autunno ad una profondità doppia rispetto alle dimensioni del bulbo, possibilmente un pò inclinato per evitare che col tempo vada ancora in basso, fra loro ad una distanza di 20 centimetri.
E' meglio lasciarli in terra per 4-5 anni prima di procedere alla moltiplicazione.
Fiori primaverili bianchi e gialli, spesso profumati, per il giardino o anche per la fioritura in vaso in casa.

Esposizione e luminosità: A seconda della specie e se in interno o esterno va esposto in pieno sole o leggera ombreggiatura
Temperatura:Si consiglia di non scendere sotto i 10° C. In generale è una pianta resistente, anche al freddo.
Irrigazione: In primavera ed estate mantenere il terreno umido senza creare ristagno d'acqua. Diminuire con il calare della temperatura.
Concimazione: Utilizzare del fertilizzante per piante fiorite, oppure, dello stallatico ben maturo.
Propagazione: I bulbi vengono piantati in settembre ad una profondità variabile a seconda della grandezza del bulbo stesso. I bulbi non possono essere conservati fuori dal terreno e per lungo tempo,, pertanto, è consigliabile lasciarli indisturbati per circa 3 anni, prima di estrarli dal terreno e procedere alla divisione dei bulbi laterali.
Rinvaso: Quando necessario, a fine inverno. Si sceglie un vaso leggermente più ampio del precedente, si cambia il terricico, si sfoltisce il bulbo e si ripianta.
Potatura: E' sufficente eliminare le piante danneggiate e i fiori appassiti

lunedì 16 marzo 2009

La gerbera

La gerbera è una pianta sempreverde di origini Sudafricane che fiorisce nel periodo estivo mentre non va lasciata all’aperto durante l’inverno perché teme le basse temperature. I grandi fiori della gerbera offrono una grande varietà di colori, dal giallo al bianco e dal rosa al rosso , sono anche molto richiesti nelle composizioni floreali. All’esterno la gerbera può essere collocata in pieno sole innaffiandola regolarmente ed effettuando la concimazione ogni 15 giorni.
In inverno collocare la gerbera in una posizione fresca e innaffiandola poco.
Durata: Perenne
Periodo di fioritura: Fiorisce spontaneamente in primavera e per gran parte dell'estate. Si può' trovare forzata, da coltivazione in serra, anche negli altri periodi
Uso: Puo essere utilizzata sia come pianta da giardino che d'appartamento, secondo il clima. Le piante da vaso, che vengono ritirate durante l'inverno in luoghi riparati, devono essere esposte in esterno durante la stagione calda successiva, altrimenti non tornano a fiorire.
Esposizione e luminosità: Vuole molta luce e si può adattare anche al sole diretto.
Irrigazione: Necessita di essere annaffiata con una certa frequenza, utilizzando acua a temperatura ambiente. Il terriccio non deve mai restare eccessivamente umido. Nel corso dell'inverno, diminuire molto le irrigazioni.
Rinvaso: Quando è necessario in primavera. I vasi si scelgono secondo le dimensioni della pianta. La painta va invasata mantenendo il colletto in superficie, questa operazione è preventiva rispetto alla formazione di marciumi.
Potatura: Solo asportazione dei fiori seccati o deperiti, tirando lateralmente lo stelo, si stacca da solo dalla pianta non causando danni

La petunia

Pianta annuale molto diffusa che produce fiori grandi e molto belli dai colori più vari come il bianco, il rosso e il viola.
Viene venduta in piccoli vasetti a circa 50 centesimi e richiede un travaso subito dopo l'acquisto.
Se si desidera piantare più Petunie nello stesso vaso è indispensabile lasciare molto spazio tra le piante dato che crescono parecchio.
Si acquista in primavera anche se alcune volte viene venduta anche in autunno dato che questa pianta non supera l'inverno.
Tutte le parti secche come anche i fiori appassiti vanno sempre eliminati per stimolare la formazione di nuovi getti.E' possibile anche ottenere molte piante partendo dai semi che vanno piantati all'inizio della primavera.

Annaffiature: le piante di petunia sono abbastanza esigenti per quanto riguarda le annaffiature, possono sopportare alcune ore di siccità, ma le piante tendono ad appassire rapidamente in caso di carenza di acqua prolungata; annaffiamo quindi con regolarità, ogni 2-3 giorni, intensificando le annaffiature durante i mesi estivi. In ogni caso evitiamo di lasciare acqua stagnante ed attendiamo che il terreno sia asciutto tra un'annaffiatura e l'altra.

Esposizione: si pongono a dimora in piena terra, oppure in vasi o ciotole appese; preferiscono posizioni molto luminose, possibilmente soleggiate per almeno sei ore al giorno; il posizionamento in luogo ombreggiato può causare scarse fioriture. I sottili fusti rendono le piante abbastanza fragili, è quindi consigliabile evitare di porle in luoghi molto esposti al vento.
Temperatura: clima temperato caldo, le P. temono il freddo. Parassiti e malattie: il maggior parassita è il ragnetto rosso, le foglie assumono colore grigio - giallastro talvolta rugginoso; vengono attaccate anche dagli afidi.

martedì 3 marzo 2009

La mimosa

In Inghilterra, nel secolo scorso, le ragazze meno carine erano solite infilare un fiore d’acacia nell’occhiello della giacca, della camicetta oppurefra i capelli per esibire la loro ideologia. Diverso significato veniva attribuito alla mimosa dagliindiani d’America; in base ad una vecchiausanza un ramoscello d’acacia era donato daogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore. Il loro aspetto delicato nasconde forzae vitalità; per questo è simbolo di forza e femminilità.
La mimosa è un albero ornamentale che a miti temperature si sviluppa molto velocemente, le foglie sono bipennate di colore verde opaco, i fiori giallo intenso sono raggruppati a grappoli ed emanano un profumo inconfondibile. Proprio al fiore è dovuta la notorietà della mimosa, da mezzo secolo è il simbolo della Festa delle donne dell’8 marzo.
Cure e manutenzione
La mimosa si adatta ad ogni tipo di terreno anche se preferisce quelli più acidi, va piantata al riparo dai venti e soprattutto dal gelo, un inverno troppo rigido e le gelate far morire la pianta. Per i primi anni la mimosa va potata accorciano abbastanza corti i rami, successivamente può anche non essere potata o solo dopo la fioritura per stimolare nuovi getti.
Riproduzione
La mimosa può essere riprodotta a primavera per semina, i semi sono contenuti a gruppi in baccelli di 10 cm prodotti dalla pianta, mettere i semi della mimosa in acqua calda per un paio di giorni e successivamente interrarli in un composto di sabbia e terra, la germogliazione avverrà entro un mese.La riproduzione avviene anche per talea da praticare sempre nei mesi primaverili interrando dei rametti in vasi con terra e sabbia e mantenendo umido.
Durata: Perenne
Periodo di fioritura:Fiorisce dai primi di marzo
Esposizione e luminosità:In interni posizionarla in zona molto luminosa ma non in presenza di sole diretto. Se coltivata in piena terra può anche essere esposta al sole diretto o in zone dalla media ombreggiatura, purchè siano sempre riparate dal vento.
Potatura: Si eliminano le parti danneggiate e secche subito dopo la fioritura. Questo tipo di potatura stimolerà l'emissione di nuova vefetazione

lunedì 2 marzo 2009

Il gelsomino

Il Gelsomino è una rampicante sempreverde dai fusti legnosi perfetto per la realizzazione di pergolati o per coprire recinzioni e muri. Fiorisce in estate ed a inizio autunno, i fiori sono bianchi per la specie più comune, dal profumo intenso e sono formati da una lunga corolla.
Esposizione e luminosità: Da posizionare in zona luminosa e soleggiata, al riparo dal vento; per la coltivazione in vaso, vicino ad una finestra luminosa.
temperatura: In genere i gelsomini possono sopportare brevi periodi di freddo intenso, ma nelle regioni con inverni freddi è consigliabile coltivare queste piante in luogo riparato, evitando temperature inferiori ai -5°C per periodi molto prolungati. In autunno riparare il piede della pianta con foglie secche, per evitare che il terreno geli in profondità. Gli esemplari coltivati in ambienti interni devono vivere ad una temperatura che varia tra i 10°C ed i 14°C. in inverno e fino ai 22°C. durante l'estate.
substrato: Nonostante l'aspetto delicato i gelsomini sono piante che si sviluppano senza problemi in qualsiasi terreno, prediligendo comunque substrati ricchi di humus e torba, soffici e molto ben drenati, per cui si consiglia di aggiungere della sabbia per migliorarne il drenaggio
irrigazione: Mantenere il terreno abbastanza umido in estate evitando i ristagni d'acqua e anche la siccità. Negli altri periodi devono essere frequenti dal momento del trapianto ad attecchimento avvenuto e poi moderate in seguito.

Il gelsomino può sopportare, infatti, anche periodi di aridità abbastanza prolungati; in periodi primaverili particolarmente siccitosi è consigliabile stimolare la fioritura con sporadiche annaffiature
rinvaso: A seconda della specie verso fine febbraio-marzo
potatura: Come tutte le specie rampicanti ha bisogno di essere contenuta nelle dimensioni tramite potatura. Si effettua in primavera asportando i germogli che fanno perdere la forma della pianta e quelli più deperiti. Agevolare la crescita con canne o archetti. Dopo la rinvasatura si procede ad una leggera potatura per favorire la crescita dei germogli laterali.
piccoli consigli: In vaso necessita di un tutore come sostegno. D'inverno porre in posizioni riparate, protetto con tende e stuoie. Evitare anche i ristagni d’acqua e la siccità prolungata. Per le specie più rustiche non ci sono particolari difficoltà di coltivazione.

Il glicine

Pianta rampicante di origini cinesi introdotta in Europa come pianta ornamentale ideale nei giardini per la realizzazione di pergolati, dal fogliame deciduo riesce a raggiungere i 15m di altezza, fiorisce in primavere e tarda estate con grappoli di fiori bianchi o lilla che si aprono progressivamente. Il trapianto del Glicine è consigliato nei mesi autunno – invernali (ottobre - marzo) possibilmente in posizione soleggiata che ne permetterà una migliore fioritura. Il Glicine dopo il primo anno dal trapianto comincerà una crescita rigogliosa, è una pianta che tende ad espandersi quindi è consigliabile dedicargli spazi sufficientemente ampi per lo sviluppo. Non necessita cure particolari, non teme il gelo.

COME REALIZZARE UN "ALBERO" DI GLICINE
  • In primavera, mettere a dimora un glicine con 2 o 3 fusti principali, e sistemare un sostegno in modo che i fusti, intrecciati tra loro, crescano verticalmente fino all'altezza di circa due metri. In seguito si salderanno in, modo da formare un unico tronco.
  • Raggiunta l'altezza desiderata per il tronco, disporre dei sostegni orizzontali per i rami, che andranno inizialmente guidati per formare la chioma
  • Contemporaneamente, accorciare di un terzo i rami orizzontali per farli ingrossare e lignificare; questa potatura ha anche lo scopo di stimolare la produzione dei getti laterali che andranno a riempire la chioma.
  • Togliere il sostegno al tronco,che una volta lignificato sarà in grado di sostenersi da solo; in seguito sarà possibile eliminare gradualmente tutti i sostegni, non appena anche i rami orizzontali saranno diventati legnosi. Per ottenere una chioma molto larga, sarà necessario sostenere i nuovi getti terminali man mano che crescono, mantenendoli orizzontali.

POTATURA E CONCIMAZIONI
Dopo qualche anno di coltivazione in vaso, il glicine allevato secondo il suo portamento naturale dovrebbe essere trapiantato in terra, in quanto per svilupparsi le radici necessitano di notevoli quantità di terra. Oppure, provvedete ad una drastica riduzione della parte aerea e dell'apparato radicale e ricominciate la coltivazione a partire da un solo fusto, come se fosse un alberello, accorciando regolarmente i rami.