giovedì 26 febbraio 2009

Le felci

Tra le piante d'appartamento, le felci sono considerate da tutti le più attraenti. Grazie alla chioma lussureggiante cambiano immediatamente il lokk di una stanza e creano l'illusione di vivere in un angolo di foresta subtropicale.
La felce di Boston e la davallia hanno fronde frastagliate e ricadenti che superano il mezzo metro di lunghezza, mentre il capelvenere sembra una nuvoletta verde sospesa nell'aria. Quella con le corna d'alce, poi, ha un apsetto curioso ed elegante. Tutte bellissime , dunque.
Ma con la fama di essere piante difficili. In effetti hanno richieste ben precise in fatto di curve. Ma basta conoscere le loro esigenze ed imparare quelche trucco per farle cresciere rigogliose. Ecco qui,allora, tutte le cose da fare e non fare. Se si mettono in pratica, si otterranno risultati formidabili: piante verdi bellissime, proprio come quelle del fiorista.
Le cose da fare
  • Innaffiare: La terra delle felci deve essere sempre un pò umida. D'inverno la pianta va bagnata, due volte alla settimana. D'estate almeno 4 volte. Si deve esare acqua a temperatura ambiente e decalcificata, come quella per il ferro da stiro. Altrimenti il calcio si deposita sulle radici ed impedisce alla felce di bere.
  • Nebulizzare: Soprattutto davallia e capelvenere, che hanno foglie piccole e si disidratano rapidamente, vanno spruzzate ogni giorno.
  • Schermare. Le felci amano i posti luminosi ma ben ombreggianti. Il sole, infatti, ustiona le foglie, che diventano marroni. Se il vaso è sul davanzale di una finestra bisogna schermare il vetro con una tenda.
  • Ruotare: Una volta alla settimana il vaso va girato di 180 gradi. Con questa mossa si evita che la pianta venga sbilanciata, con fronde rigogliose (dove prende la luce) e altre no (quelle verso l'ombra)
  • Concimare: Da marzo ad agosto, va aggiunto all'acqua delle innaffiature del fertilizzante per piante verdi da interno. Un terzo della dose indicata sulla confezione, ogni due settimane.
  • Pulire: Ogni settimana si tolgono le foglioline secce cadute sulla terra e si tagliano le fronde spoglie.

Le cose da NON fare:

  • Abbandonare: Attenzione all'acqua: se rimane nel sottovaso c'è il rischio, soprattutto con il capelvenere, che le radici marciscano.
  • Lucidare. Il prodotto che si spruzza per lucidare le piante verdi non va bene per le felci. Ha un effetto "lacca": chiude i pori e blocca la respirazione delle foglie. Inoltre il getto freddo può congelare quelle più giovani e tenere.
  • Spolverare. Molte varietà come la felce a corna d'alce, hanno una peluria finissima che capta l'umidità. Può sembrare polvere, ma se si passa un panno per toglierla si danneggia la pianta.
  • Spostare. Per evitare di nebulizzarle tutti i giorni, spesso le felci vengono messe in bagno o in cucina , gli ambienti più umidi della casa. E' una mossa da non fare. Sono stanze dove le finestre si aprono spesso. E le correnti d'aria ed il brusco abbassamento di temperatura sono nemici di queste piante.
  • Rinvasare. Non è facile cambiare vaso alle felci senza danneggiare le radici. Perciò è da fare solo se necessario
  • Buttare. Se la felce rimane spoglia, non è detto che sia da buttare. Si recidono gli steli a cinque centimetri da terra. Se le gemme sono sane, rispuntano presto nuove foglie.

lunedì 23 febbraio 2009

Il Tulipano

Tulipa è il nome di un genere delle Liliaceae originario della Turchia e suo simbolo nazionale floreale.
Si sviluppa con foglie verde brillante ovali e allungate, uno stelo su cui è collocato un unico fiore formato da sei petali uguali. I fiori del Tulipano variano sia nel colore che nelle striature, fiorisce dalla fine dell’inverno a maggio.
Il Tulipano è molto utilizzato a gruppi nelle aiuole, i vanno interrati in autunno in zone in penombra del giardino dopo aver lavorato con una vanga il terreno e aver aggiunto torba e sabbia. L’irrigazione del tulipano deve essere regolare ma senza eccessi nella quantità d’acqua.


Esposizione
Il tulipano ama le posizioni in pieno sole, ma non troppo ventose.
Acqua
I tulipani vanno bagnati appena messi a dimora e poi dopo 3, 4 giorni se non è piovuto. In seguito i tulipani, come tutte le bulbose si accontenta della pioggia. Le irrigazioni vanno fatte solo in caso di prolungati periodi di siccità.
Coltivazione
I bulbi dei tulipani si piantano in autunno o alla fine dell'inverno sia in piena terra che in vaso.Tagliare gli steli dei fiori appena appassiti, ma lasciare le foglie finchè non seccano e si staccano dal bulbo. I bulbi possono essere lasciati a dimora per un paio d'anni dopo di chè sarà bene dividere i cespi dei bulbi per dare aria al tulipano. Se ogni anno si tolgono i bulbi dalla terra tenerli fuori dalla portata dei topi.
Concimazione
Somministrare regolarmente un concime per piante fiorite durante la fioritura e per quattro settimane dopo.
Malattie
Le malattie ed i parassiti dei tulipani sono : il marciume, la muffa grigia, le virosi, afidi, nematodi, lumache e topi.
Terreno
I tulipani prediligono terreni leggermente basici, ma gli ibridi da giardino riescono bene anche in suoli a reazione neutra o un poco acida. Evitare di piantare tulipani in terreni con molta torba. Per i tulipani coltivati in vaso mettere attenzione al drenaggio.

mercoledì 18 febbraio 2009

L'Ibisco

Il nome deriva dal greco; probabilmente fu assegnato da Dioscoride, il più famoso medico dell’antichità, vissutonel primo secolo dopo Cristo.Questa pianta come il girasole per lo stato del Kansas è il simbolo della Malesia ed è sempre più apprezzata tanto da essere coltivata in maniera massiccia. In Polinesia, da sempre, l’ibisco è portato tra i capelli dalle ragazze; i ragazzi invece sono soliti apoggiarne un fiore sull’orecchio destro, se sono fidanzati, sull’orecchio sinistro, se sono “liberi”. I suoi fiori sono delicati e leggerissimi e hanno una durata molto breve, di solito un giorno; per questo regalando l’ibisco si vuole esaltare la bellezza fulminea e fugace.
Possono essere coltivati ad alberello o a siepe e per la specie syriacus anche in piena terra. Il genere syriacus è l'unica specie che può essere coltivata all'aperto anche nei climi rigidi.
E' una pianta rustica a forma eretta, con 5 grandi petali e un lungo stilo centrale . Il fiore non dura a lungo si contano 24 ore di apertura, ma si rinnova continuamente per tutta la stagione estiva.

Esposizione: l’ibisco è una pianta che ama molto il sole ed il caldo, predilige posizioni molto luminose, esposte direttamente ai raggi solari e ama le estati molto calde e lunghe. Può sopravvivere anche in condizioni avverse, anche se l’ombra causa scarse fioriture, così come un’estate molto fresca. Queste piante non temono il freddo e possono sopportare senza problemi gelate intense anche di lunga durata, anche se può capitare che alcuni dei rami dissecchino a causa del freddo.

Terreno: si accontentano di qualsiasi terreno, anche povero e sassoso; prediligono terreni freschi, mediamente ricchi di humus, conun buon drenaggio. L’ibisco può essere coltivato in vaso, ponendolo in un recipiente capiente; va rinvasato ogni 2-4 anni.

Potatura: L'Ibisco è una pianta che va potata regolarmente quando ha raggiunto i 3-4 anni di età. E' importante in quanto serve per modellare la forma che assumeranno, per rinvigorire piante di una certa età e per eliminare parti danneggiate o malate.
La potatura va effettuata all'inizio della primavera, alla ripresa vegetativa della pianta. Utilizzare degli attrezzi puliti e disinfettati ed il taglio va fatto appena sopra il nodo in maniera netta, senza lasciare sfilacciature ed in maniera leggermente inclinata, nella direzione in cui desiderate che il futuro ramo si sviluppi.

giovedì 12 febbraio 2009

Il rinvaso

Tra qualche settimana le piante del balcone di casa si sveglieranno dal sonno invernale.
Le radici cominceranno a crescere ed avranno bisogno di nuova terra, ricca di sostanze nutrienti. Se quella che c'è nel vaso è vecchia e polverosa, vuole dire che ha esautito la capacità di alimentare la pianta, impedendole di crescere. Perciò bisogna sostituirla.
Esistono parecchi modi per capire se una pianta necessita di un rinvaso:
  • la pianta comincia ad appassire alcune ore dopo essere stata annaffiata;
  • le foglie superiori ingialliscono e cadono;
  • la nuova vegetazione è ridotta o stentata;
  • le radici fuoriescono dal foro di drenaggio e/o si sviluppano sulla superficie del terriccio,
  • spingendosi fuori dalla zolla alla ricerca di nutrimento. Una tale esposizione rischia di danneggiare i delicati peli capillari, non più protetti dal terriccio o dal vaso.
Se si vuole eseguire questo lavoro bene, bisogna conoscere i gusti di ogni varietà.
Per preparare la terra giusta per ogni fiore basta acquistare nei centri di giardinaggio qualceh sacchetto di terriciio nuovo pronto all'uso: universale, torboso, di brughiera, granuloso. Per alcune piante si può usare così com è. Per altre invece è meglio preparare un mix.



  • Universale. Contiene le stesse sostanze nutrienti di quella da giardino, che sono gradite alla maggior parte dei fiori. Quando viene bagnata si drena con facilità e le radici non si inumidiscono troppo. E perfetta per le rose, le peonie ed i limoni. Per le camelie, bisogna miscelarla con il 30 % di terra torbosa. Invece per i Gerani, edere e bambù, il mix va fatto con il 30 % di terra granulosa, così la terra diventa più soffice ed aumenta la capacità di far scorrere via l'acqua in eccesso
  • Torbosa. Ha la torba come componente principale, che è leggera e acida. Trattiene l'acqua e diventa compatta se non viene bagnata spesso. Va benissimo per le petunie, le fucsie e per tutti i fiori che durante l'estate hanno bisogno di una costante umidità. Se viene aggiunto un terzo di terra di brughiera si ottiene la miscela giusta per le pieris e le ortensie di colore rosa. Nei vasi dove si coltiveranno margherita, gelsomino e glicine, bisogna versare sul fondo uno strato di terra granulosa, per evitare ristagni d'acqua vicino alle radici. E poi si riempe il recipiente con quella ricca di torba.
  • Di Brughiera. Quella che si acquista in sacchetti provenienti dai posti dove crescono le eriche. Questo terriccio ha la caratteristica di non contenere calcare e, quando si bagna, di trattenere molto l'acqua. E' l'ideale per le azalee, rododendri, eriche e callune, che non sopportano il calcare. Con questa terra le ortensie diventano azzurre. Per realizzare la miscela giusta per le gardenie , si mescolano in parti uguali tre tipi di terra: di brughiera, universale e torbosa.
  • Granulosa. E' ricca di sassolini e sabbia. Contien e pezzetti di lapillo vulcanico, sali minerali ed ha la particolarità di essere molto drenante. E' consigliata per la maggior parte delle piante grasse. Se si utilizza per agavi e aloe, è meglio aggiungere almeno il 25 % di terra universale, più pesante, che da stabilità alle radici. Unendo un terzo di terriccio da giardino, invece, si prepara la miscela giusta per far crescere bene la buganvillea e l'ibisco.

mercoledì 4 febbraio 2009

L'orzo ed il Grano

Per coltivare l'orzo e il grano in casa la semente giusta è quella per germogli commestibili. Servono anche un sottovaso profondo 5 centimetri e la terra.
Si lascia in ammollo una manciata di semi per mezza giornata. Bisogna poi riempire di terra il sottovaso fino ad un centimetro dal bordo ed inumidire la superficie con lo spruzzino. Sistemati i semi , ci si può aiutare con una pinzetta, occorre ricoprirli con un velo di terra.

Per far germogliare le semente , serve un posto caldo , luminoso e con tanta umidità, perciò due volte al giorno si spruzza acqua nel sottovaso.
Dopo una settimana , spunteranno le prime piantine e si formerà un campo di grano e di orzo in miniatura. Si può fare anche un esperimento per vedere l'azione del sole sulla clorofilla: se si fanno crescere i semi al buio, gli stessi resteranno giallini. Ma messi alla luce, in 5 ore, diventeranno verdi.